Rassegna Stampa

Il fenomeno De Gea che ha cambiato le ambizioni della Fiorentina

Published on

Lo spagnolo ha spazzato lo scetticismo iniziale (di pochi) e in breve tempo si è preso il palcoscenico a Firenze e in Serie A

Come David De Gea ce ne sono pochi non in Italia, ma in Europa, e non lo si scopre certo oggi perché vorrebbe dire non sapere colpevolmente niente di oltre cinquecento partite disputate con la maglia del Manchester United (415 solo quelle in Premier League che ne fanno il portiere con più presenze in una singola squadra nella storia del campionato inglese). Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

O delle ottantaquattro con quella dell’Atletico Madrid dove è cresciuto e si è valorizzato poco più che maggiorenne, di quelle (45) con la Nazionale delle Furie Rosse, di titoli e trofei vinti. Perché significherebbe non conoscere un fenomeno ieri e un fenomeno oggi.

IDEA E AFFARE

Ieri in Inghilterra e Spagna, oggi in Italia: alla Fiorentina per la precisione. Che ha avuto una delle idee più brillanti che si possano avere, andando a bussare la scorsa estate alla porta di un fuoriclasse del ruolo che a trentatré anni se ne stava tranquillo (si fa per dire) a casa da una stagione (calcistica) e rischiava di passarne un’altra sempre a casa per ragioni che rimangono “misteriose”, ma soprattutto incomprensibili: l’affare del secolo sicuramente no, ma un grand’affare di sicuro.

Intanto, ha portato dentro alla squadra viola un protagonista indiscusso degli ultimi quindici anni nel ruolo, un totem, uno che da solo trasforma la statura del club in cui gioca da nazionale a internazionale. Poi, l’ingaggio estivo ha regalato a Palladino il valore aggiunto per i pali della porta viola.

Qualche partita a guardare Terracciano e soprattutto a prendere le misure al limite perse e mai dimenticate, qualche partita di prova in Conference League dov’è stato decisivo ai calci di rigore per consegnare il passaggio del turno contro la Puskas Akademia, e gioco presto fatto.

Fisicamente integro, mentalmente motivato come non mai, De Gea è tornato De Gea in un amen, così adesso se lo gode la Fiorentina e chissà l’invidia o magari il rimpianto da altre parti e altri club. Forse anche a Manchester. Chissà.

ESEMPIO PER TUTTI

Questione che non interessa qui. Interessa invece l’impatto clamoroso avuto dal super numero uno spagnolo sui risultati della squadra di Palladino in primis, ed è puro esercizio di cronaca ricordare i due rigori respinti a Theo Hernandez e Abraham nella partita col Milan, oppure le due parate salva-vittoria a Marassi di Genova due giorni fa, giusto per fermarsi agli episodi più eclatanti che hanno prodotto punti.

Ma è proprio il significato stesso di De Gea portiere della Fiorentina ad esaltare tutto il contesto: uno così ce lo può avere soltanto chi mira in alto, chi ha ambizioni precise, chi vuole fare il salto di qualità. Certo, le intenzioni non bastano, servono fatti concreti e a quelli ci ha pensato e ci sta pensando l’ex Manchester United.

Subito immerso nella realtà che lo circonda, subito tutt’uno con Firenze e i tifosi viola, subito quello che era in Inghilterra e in Spagna, ma non in partita, non solo almeno in partita, quanto piuttosto nella vita comune al Viola Park, esempio da toccare con mano del modo che serve essere per raggiungere certi livelli. Perché come ha detto il giovanissimo Tommaso Martinelli, classe 2006 e promessa dei pali viola, quando l’ha visto entrare al centro sportivo sgranando gli occhi: «Ma davvero mi alleno con te tutti i giorni?». Sì, davvero.

9 Comments

Popular Posts

Exit mobile version