
Il portiere polacco è tra le poche note positive di questa stagione, ha salvato più volte la Fiorentina. Si discuterà del contratto a fine stagione
Dragowski è, insieme a Vlahovic, l’unica (vera) nota positiva in una stagione, per la Fiorentina, a dir poco deludente. E mentre là davanti è stato molto spesso il giovane bomber a risolvere i problemi, se i viola sono arrivati a questo punto con un margine tutto sommato rassicurante sulla terzultima (e quindi sulla zona retrocessione) lo devono proprio al portierone polacco. Così scrive il Corriere Fiorentino.
RESPINTE E RIGORI. Certo, a volte non è bastato. Basta pensare all’ultima partita con l’Atalanta. Un match che, se non fosse stato per Dragowski, sarebbe probabilmente finito in goleada. La banda di Gasperini ha calciato nello specchio della porta in nove occasioni ma soltanto tre di queste si sono trasformate in gol. Nelle altre sei occasioni invece (tre delle quali a tu per tu con l’avversario) è stato lui ad evitare il peggio. Drago si è anche dimostrato un vero e proprio specialista contro i tiri dal dischetto. Ne ha parati due, sugli otto assegnati contro la Fiorentina: uno a Kessie, nella gara d’andata contro il Milan e uno (decisivo) a Joao Pedro, nello scontro diretto col Cagliari del 10 gennaio scorso. Un dato, quello sui rigori parati, che lo vede al comando della serie A al pari di Gollini e Skorupski e che, allargato al campionato scorso (quando ne parò altri due) lo pone sul trono, in compagnia di un fenomeno come Donnarumma.
PARATE. Il numero uno viola ha compiuto 76 parate dall’inizio del campionato e, stando ai dati Opta, questo significa che ha intercettato il 61,8% dei tiri subiti. Certo, ha preso tanti gol (47), ma sono rarissimi quelli riconducibili a suoi errori. I clean sheet invece sono 6, in una classifica guidata da Handanovic (12), Donarumma (9) e Reina (8).
FUTURO. Un rendimento più che positivo, che ha fatto lievitare la sua valutazione ma che, soprattutto, lo ha fatto finire nel mirino di alcuni dei club più importanti d’Europa. Il Borussia Dortmund, per esempio, ci vorrebbe provare. Di sicuro, la società, non ha nessuna intenzione di cederlo. Anzi. Nonostante il contratto scada nel 2023, da parte del club c’è la volontà, a fine stagione, di parlare col suo agente per un ulteriore prolungamento (con adeguamento) fino al 2025.

Di
Redazione LaViola.it