Editoriali
Il doppio attaccante non risolve il mal di gol. Udinese-Benevento-Torino: all’andata arrivò il filotto
Pioli ha provato a scuotere la Fiorentina con il doppio attaccante, è arrivata la vittoria ma i problemi là davanti rimangono. Grinta e determinazione non si possono recriminare alla squadra nelle ultime partite, ma la qualità e l’intesa nei metri decisivi continuano ad essere deficitarie. 3-5-2 con Simeone-Falcinelli davanti, ma il gol decisivo è arrivato dal terzino sinistro, Biraghi, stavolta versione centrocampista. E gli attaccanti continuano a non segnare: l’ultima rete di una prima punta è a firma Simeone, il 5 gennaio contro l’Inter, poi al massimo hanno segnato gli esterni (Chiesa a Bologna e Gil Dias contro il Verona).
Molto poco, per una squadra che ha segnato solo nove gol nelle ultime undici partite, e che nel solito periodo solo una volta (a Bologna) ha segnato più di una rete in una singola partita. Anche contro il Chievo, 14 tiri totali per i viola, di cui 6 fuori, e diversi gol falliti da buona posizione. A partire proprio dalle due punte: Falcinelli ha avuto un’occasione ghiotta per tempo, ma in entrambi i casi ha sparato fuori dalla porta. E poi Simeone: nella ripresa imbeccata illuminante di Chiesa, colpo di testa in tuffo del Cholito però clamorosamente centrale. Non meglio Gil Dias e Veretout, che nel finale hanno avuto due ottime palle in ripartenza per chiudere il match.
Insomma, non solo problema di modulo nella fase realizzativa della Fiorentina. Che tra l’altro a Udine potrebbe cambiare di nuovo, visto l’infortunio di Falcinelli: che possa toccare magari a Chiesa, vicino a Simeone? O comunque in posizione più avanzata? La Fiorentina resta la squadra che, di gran lunga, ha collezionato più tiri fuori dallo specchio in tutto il campionato (188). Anche se, in ogni caso, domenica sono arrivati i tre punti, e in fondo era quello che contava per provare ad uscire dalle sabbie mobili. I viola hanno intanto recuperato la parte sinistra della classifica (seppur solo con l’ultimo e 10° posto), hanno ritrovato la vittoria al Franchi (desolatamente semi-deserto domenica) dopo quasi tre mesi, hanno mantenuto la porta inviolata dopo otto gare di fila in cui avevano subito gol. Magre consolazioni in un’annata che comunque resta così e così, con molti limiti e diversi dubbi generali.
Ora servirebbe (e purtroppo lo si è ripetuto spesso in stagione) continuità. Dopo aver toccato il fondo contro il Verona (1-4 al Franchi il 28 gennaio), la Fiorentina ha giocato quattro gare mettendoci almeno la giusta dignità, i giusti valori. Ora sono tornati anche i punti (comunque 7 nelle ultime 4 gare, non pochi visto il trend generale), e continuare la marcia positiva non sarebbe affatto male. Anche perché, nel girone di andata (visto che il vero obiettivo dichiarato è quello di far meglio rispetto alla prima parte di stagione) contro Udinese, Benevento e Torino arrivò l’unico e vero filotto vincente. Tre partite su tre portate a casa, con 8 gol fatti e 1 subito, soprattutto prestazioni convincenti.
Adesso, alla 7° di ritorno, è tornato il segno ‘più’ nel bilancio rispetto all’andata (quando a Verona contro il Chievo la Viola perse malamente), e l’obiettivo deve essere quello di mantenere il trend anche nelle prossime gare. Non facile, anzi. Perché l’Udinese, nonostante le tre sconfitte di fila, è tornata squadra di qualità e avversaria diretta per il centro classifica (ed è stata superata dai viola proprio nell’ultimo turno), il Benevento sta cercando l’impresa salvezza e, dopo aver quasi fermato l’Inter, non regalerà niente ai viola, mentre il Torino viaggia come la Fiorentina ad alti e bassi ma con Mazzarri ha ritrovato diverse qualità che con Mihajlovic si erano appassite. Poi al Franchi arriverà, a fine marzo, il Crotone. Altro avversario non irresistibile, anche se all’andata arrivò una pesante sconfitta in Calabria.
Un mese che quindi può contare molto sulla stagione viola. Una stagione senza grossi obiettivi, ma infilare un altro filotto come all’andata farebbe vivere questa grigia annata di transizione con qualche sorriso in più.