Connect with us

Rassegna Stampa

Il dito di Batistuta, l’inchino di Mutu: quando il calcio diventa teatro

Batistuta zittisce al Nou Camp

Il ‘ditino’ di Simeone e le altre esultanze rimaste nella storia: dal Re Leone a Montolivo, da Mutu a Toni e Gila.

Un teatro a cielo aperto. Il calcio è anche questo, scrive La Repubblica. Le esultanze, quelle che una ventina di anni fa irruppero nel calcio televisivo. Quando Simeone ha festeggiato il gol col ditino sul naso il cervello è andato a rivangare le storie vissute in quello stadio o altrove. Gesti dedicati alla propria gente o a quella avversaria. Quella sera Gabriel Batistuta non zittì i suoi tifosi, e ci mancherebbe altro, ma quelli blaugrana, nel loro stadio, il Camp Nou. Quella era una Fiorentina vera e Gabriel Omar Batistuta era il suo profeta, anche se pure lui ebbe i suoi momenti difficili, senza mai perdere il controllo della situazione, però.

EMULAZIONE. D’altra parte Batigol correva alla bandierina e smitragliava da bomber vero, tanto che Tevez e Pogba, vestiti in bianconero, provocarono Firenze umulando quel gesto. Arroganza, supponenza. I quattro gol viola furono la giusta punizioneDal naso del cholito alle orecchie di Montolivo, quelle con le mani messe in modo come per dire: fatevi sentire adesso, dai, forza. E quella volta l’ex centrocampista della Fiorentina aveva segnato alla sua ex squadra, l’Atalanta. Era una stagione complicata, quella della salvezza all’ultimo tuffo. Il ragazzo aveva già firmato col Milan, il legame si era rotto da un pezzo.

INCHINO. Così come c’è una grande distanza con Adrian Mutu, uno di quelli che ha fatto innamorare Firenze. Per la sua classe, i suoi gol, e anche la sua follia, quella che nasceva da un carattere esuberante per cui non sapevi mai cosa aspettarti. E se lui si mette il dito sul naso lo fa col sorriso addosso e con l’aria spavalda di uno che Firenze chiama “il fenomeno”. E poi Mutu zittisce soprattutto le tifoserie avversarie, coi gol, con qualche gesto nobilmente provocatorio come il solito ditino sul naso, quello che a Genova (3- 3) forse ricordano ancora. Ma Adrian il fenomeno era soprattutto quello dell’inchino o il fantasista goleador che si metteva in posa mentre i compagni si fingevano lustrascarpe. C’era anche il violinista Gilardino, così come era passato Luca Toni, quello con la manina che girava dalle parti della tempia. Insomma, l’esultanza è una coreografia spesso minimal nata sull’onda dell’entusiasmo, dell’adrenalina, di uno stato di eccitazione.

7 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

7 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie Rassegna Stampa

7
0
Lascia un commento!x