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Il cruccio trofeo e il ‘caso’ Lotito: per la Lazio 4° titolo in 13 anni

E’ una sorta di maledizione, un cruccio che ritorna ciclicamente a rinfrescare la memoria di tifosi, società e proprietà. Manca un trofeo nei 15 anni di gestione Della Valle a Firenze, al di là di errori e piazzamenti d’onore, di grandi e prestigiose vittorie e amare sconfitte. E vedere Lotito, presidente della Lazio, alzare il suo quarto titolo in 13 anni, fa riemergere sentimenti e delusioni.

Perché il percorso di Fiorentina e Lazio, dal 2004, quando i viola tornarono in Serie A e Lotito rilevò la società biancoceleste, è andato quasi in parallelo. Cicli aperti e chiusi, piazzamenti ai vertici della classifica, qualificazioni alle coppe europee. Ma la differenza l’hanno fatta, proprio, i trofei. Ben quattro in tredici anni alzati da Claudio Lotito, zero dai Della Valle. E il giorno dopo il successo della Lazio contro la Juventus in Supercoppa, peraltro arrivato senza Keita escluso in chiave mercato e Felipe Anderson infortunato, è dura buttare giù l’amaro boccone. Così come necessaria qualche riflessione: cos’è mancato, alla Fiorentina, per arrivare davvero a vincere un titolo in 15 anni?

A volte la fortuna, altre la determinazione. Anche a livello economico. Oppure l’aver puntato su squadre spesso competitive (e anche molto) ma che all’appuntamento cruciale si sono sciolte. Vedi la Fiorentina di Montella, o a tratti quella di Prandelli. Per non parlare di quella di Sousa. La Lazio, invece, pur con qualche piazzamento in meno, è riuscita a centrare quattro obiettivi. Mica pochi, in un calcio italiano di fatto monopolizzato dalla Juve negli ultimi anni, e in generale dalle ‘strisciate’ negli ultimi 15 anni.

Per la Fiorentina l’unica finale resta quella di Coppa Italia del maggio 2014, contro il Napoli. Fattori extracampo decisivi, e appuntamento rimandato a chissà quando. Poi con i Della Valle altre due semifinali di Coppa Italia, una di Europa League e una di Coppa Uefa. E nient’altro. Per la Lazio, invece, oltre alla Supercoppa vinta ieri sera, anche una Coppa Italia nel 2013 e Coppa Italia più Supercoppa Italiana nel 2009. Per il resto, un percorso in parallelo: due partecipazioni alla Champions, quattro volte in Europa League e una in Coppa Uefa la Fiorentina, con il 4° posto del 2006 cancellato da Calciopoli; due qualificazioni Champions (una giocata, l’altra solo assaporata con l’eliminazione al preliminare, con Pioli in panchina), quattro in Europa League, una in intertoto (per rinuncia di altri club) per la Lazio.

Percorsi europei, tra l’altro, in cui la Fiorentina ha maggiormente brillato, tra Coppa Uefa, Champions, ed Europa League, mentre la Lazio ha fatto spesso ‘figurucce‘, arrivando massimo ai quarti e fermandosi spesso alle prime fasi. In quanto a finali italiane, invece, i biancocelesti contano anche due finali di Coppa Italia (2015 e 2017) e due Supercoppe Italiane (2014 e 2016) perse all’ultimo atto.

Resta, quindi, l’amara constatazione di una Lazio che riesce ad alzare un altro trofeo, al di là di investimenti, bacini d’utenza o fatturati. Visto poi che la Fiorentina nell’ultimo bilancio ha chiuso a 139 milioni di ricavi, mentre i biancocelesti a 91,6 milioni (bilancio 2015/2016). Lotito è un personaggio discusso, dentro e fuori dalla Lazio: ha fatto battaglie con i tifosi, in Lega, in Federazione, con mezzi considerati a volte non troppo ‘puliti’. Piace a pochi, però è riuscito a vincere, nonostante le critiche anche feroci degli stessi sostenitori biancocelesti. È andato avanti ed ha alzato trofei. L’attualità dei Della Valle, invece, parla di un progressivo e netto distacco dalla Fiorentina. Prima il passo indietro di Diego Della Valle, poi di Andrea qualche settimana fa, fino al comunicato di cessione della società. Difficile con proiezione al prossimo futuro fare un paragone tra Lazio e Fiorentina, così come difficile pensare di poter raggiungere presto l’opportunità di vincere qualcosa a Firenze. Un agognato trofeo, vero cruccio per i Della Valle e per i fiorentini. Un trofeo che manca dal 2001. E dire che Corvino, al suo ritorno a Firenze, aveva parlato chiaramente: “Torno per provare a vincere”. La realtà, però, adesso porta in direzioni diverse…

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