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Il caso Kuba impone riflessioni. Con Baba vietato sbagliare

Mentre Jakub Blaszczykowski, per gli amici Kuba, continua ad incantare ad Euro2016 con la sua Polonia, aumentano sempre più gli interrogativi sulla gestione durante la passata stagione di alcuni giocatori da parte di Paulo Sousa. Possibile sia solo un caso il rendimento straordinario dell’esterno di proprietà del Dortmund, in Francia?  O forse qualcuno ha sbagliato qualche valutazione? Sicuramente la sovente predisposizione a problemi fisici non lo hanno aiutato nell’esperienza fiorentina. Ma quanto a qualità Kuba ha ampiamente dimostrato che in Serie A, in questa Serie A, avrebbe sicuramente potuto fare di più. O forse, doveva essere sfruttato meglio e di più. Anche se con grande probabilità la Fiorentina non lo avrebbe comunque confermato e riscattato, visti i 6,5 milioni di euro che andavano versati al Dortmund come da accordi, e la carta d’identità del polacco che recita 1985 oltre alla sua scheda medica. Ma a questa tematica si lega la situazione di Khouma Babacar.

I dubbi sul senegalese sono enormi in seno alla società viola. In chi cura il mercato, in chi cura i conti, ed in chi ne detiene la proprietà. Che sia un giocatore con particolari caratteristiche ormai è noto a tutti. Ma saperle sfruttare meglio e valorizzarle potrebbe non essere impresa titanica. Sicuramente non farà il grande lavoro di Kalinic, non farà il movimento ed i movimenti del croato, ma quanto a killer instinct Baba ha pochi rivali. Altrimenti non fai l’esordio in serie A a 16 anni. Il rischio di prendere una cantonata qualora venisse ceduto è altissimo. E non solo per un discorso affettivo o di impoverimento tecnico della rosa. Ma anche a livello economico. Se dovesse esplodere altrove chissà quanto potrebbe schizzare in alto il valore del suo cartellino. Un interrogativo che attanaglia la Fiorentina e Pantaleo Corvino. Molto meno Paulo Sousa.

Con l’essersi affidato ad un gruppo di fedelissimi, fin da inizio anno ma soprattutto nella seconda parte di stagione, Sousa non ha certo facilitato le valutazioni in casa Fiorentina. Anche perché quando Kalinic aveva evidente bisogno di tirare il fiato, le chance per Baba non sono state tantissime. E quando gli sono state date, comunque, il gioco che quella Fiorentina esprimeva non si sposava con le caratteristiche del prodotto del settore giovanile viola. Duttilità ne ha infatti dimostrata pochissima lo stesso tecnico portoghese. E su questo lo stesso Sousa ha detto di voler migliorare per la prossima stagione. Lasciarlo partire solo per non esser riusciti a valorizzarne qualità e caratteristiche, col rischio di vederlo esplodere con un sistema di gioco differente, altrove potrebbe essere un colpo al cuore per chi in lui ancora ci crede. E per chi dalla sua cessione rischia di incassare qualche milione a fronte di una pioggia di soldi che potrebbero entrare tra qualche mese/anno.

Certo Bababcar stesso dovrà metterci del suo per guadagnarsi la fiducia di Sousa. L’indolenza dimostrata in alcune partite non sono passate inosservate. E con il martello Sousa è quanto di più sbagliato si possa fare. Ma vale la pena provarci. Svenderlo non può che portare rimpianti. A meno che non si riesca a vender nessun altro. E sappiamo bene che i paletti del fair play finanziario in viale Fanti o a Casette d’Ete sono visti come confini invalicabili. Ma su Babacar servirà fare attente riflessioni. Lui più volte ha detto di avere il cuore viola. E di questi tempi, a Firenze soprattutto, sbagliare una mossa come questa può essere letale.

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