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Il calcio si dia pace: oggi è impossibile sapere se ci saranno le condizioni per tornare a giocare. Fiorentina: giocare significa soldi, ma dal punto di vista sportivo…

Barone e Commisso

Il calcio italiano ci prova, ma la verità è che oggi nessuno sa se il campionato potrà riprendere. La Fiorentina appare tranquilla: ecco perché

Ormai tutto il mondo vive nell’incertezza più totale, sopraffatto da un dramma sanitario che non accenna ad arrestarsi. Particolarmente nel nostro paese, che ha sperimentato per primo gli effetti devastanti del Coronavirus e che ora si appresta lentamente verso l’uscita dall’emergenza. Lentamente, appunto, molto più di quanto ci si aspettasse nei primi giorni, quelli in cui il lockdown era appena iniziato. Ciò non può che condizionare anche il mondo del calcio, che resta pronto a riaprire appena possibile, forte di interessi personali che non accennano a ridursi.

Ogni giorno l’ago della bilancia che oscilla tra lo stop definitivo e la ripresa estiva del calcio professionistico cambia leggermente direzione. Se una settimana fa la Serie A sembrava avviata verso la ripartenza, oggi il futuro dell’attuale campionato è molto più nebuloso. D’altra parte, la curva dei contagi cala molto più lentamente di quanto si aspettavano gli ottimisti, i decessi non accennano a decrescere, l’avvio dell’ormai famosa ‘fase due’ potrebbe slittare ulteriormente e il paese resterà in allarme, si teme, per almeno un altro anno.

Ma il calcio è denaro e interessi. Perciò, mentre gli altri sport annullano le varie competizioni, si studia di tutto per farlo ripartire. Il Governo ha già dimostrato ormai più di un mese fa di poter prendere in mano la situazione, nel caso in cui gli interessi economici di certi club e federazioni superino in priorità l’emergenza sanitaria (è ciò che è accaduto a inizio marzo ed è ciò che potrebbe succedere di nuovo). Perciò, sarà necessaria una piena accondiscendenza dell’esecutivo per potere eventualmente riprendere il campionato.

La verità è che nessuno oggi sa se ciò sarà possibile o meno. Chi si lancia in previsioni si vede smentito un paio di giorni dopo, da un bollettino particolarmente positivo o viceversa da uno negativo, e da stime sulla ripresa che cambiano data sul calendario delle ipotesi. Non se ne può più di assistere alle innumerevoli prese di posizione di consiglieri di lega, presidenti di federazioni, esponenti di club che aspettano il bollettino che sembra più positivo per far risuonare il ritornello del “ripartiamo appena possibile”.

La Fiorentina, in tutto questo, aspetta silenziosa. Apparentemente tranquilla. Commisso ha ragioni economiche per augurarsi che la stagione riprenda, ma le motivazioni sportive vanno in tutt’altra direzione. Date per scontate le ragioni economiche, dal punto di vista del campo per i viola sarebbe meglio resettare questa stagione vissuta nella parte destra della classifica, lasciandosi alle spalle ogni discorso su una salvezza teoricamente ancora da conquistare e lanciandosi a capofitto verso la prossima stagione. Per Pradè sarebbe opportuno potere muoversi sul mercato in un’estate ‘normale’ (per quanto possibile), concentrandosi sulla squadra della prossima stagione e sul non commettere nuovamente gli errori della scorsa estate.

Insomma, la Fiorentina ha buone ragioni sia per tornare a giocare (economiche) che per fermare tutto definitivamente (sportive). Ecco perché, forse, la voce dei viola non è tra le più risonanti in queste giornate di dibattito aperto nel mondo del calcio italiano.

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