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FATTORE COLAO. In Federcalcio c’è fiducia che l’autorizzazione arrivi almeno per la Serie A, a prescindere da un eventuale allungamento del lockdown per il Paese. A confortare via Allegri in questo senso, ci sono pure le valutazioni di Vittorio Colao, il manager incaricato dal Premier Conte per guidare la task force della cosiddetta “Fase 2”. Nella tabella di riepilogo delle classi di rischio, infatti, l’attività sportiva è considerata di livello medio-basso. Ebbene, tenuto conto che l’orizzonte temporale per l’effettivo ritorno in campo per le partite è la fine del mese di maggio, sembra che tutti i tasselli possano incastrarsi.
RITIRO DOPO L’ISOLAMENTO. Attenzione, però, perché le turbolenze non mancheranno. Una ad esempio potrebbe riguardare il ritiro che i club dovrebbero organizzare per la prima fase di ripresa degli allenamenti. Durerà non meno di due settimane. E c’è già chi si chiede come si possa imporre ai giocatori un’altra sorta di clausura dopo essere già rimasti in isolamento per due mesi. Qualcuno ha anche dovuto osservare periodi di quarantena, senza nemmeno poter avere contatti con i familiari.
‘GEOGRAFIA’ DEL CALCIO. Ma c’è ancora più preoccupazione in merito all’eventualità di dover cambiare città per disputare le proprie gare casalinghe. L’allarme è scattato dopo le parole del professor Walter Ricciardi, membro del board dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e consulente sia del Ministro Speranza sia della Figc, che ha ipotizzato di giocare le partite solo al centro-sud. Nessuno ha ancora preso posizione in maniera ufficiale, anche perché i tempi non sono ancora maturi per prendere una decisione di questo tipo: manca un mese e mezzo all’ipotetico ritorno in campo e tutto dipenderà dallo scenario del coronavirus in Italia. La Federcalcio ha solo spiegato che si giocherà nelle zone che indicherà il Governo.
Ma è dalla Lega e dai club che soffiano venti contrari. Dovesse accadere, il torneo verrebbe ritenuto falsato: le squadre si ritroverebbero in condizioni differenti, visto che alcune non potrebbero sfruttare le proprie strutture e sarebbero costrette ad essere costantemente in viaggio. Non a caso, Inter e Milan hanno già fatto sapere di non voler lasciare San Siro. Per il Brescia il problema non si pone nemmeno, poiché Cellino esclude del tutto l’ipotesi di tornare in campo. L’Atalanta, invece, avrebbe già come stadio di riserva quello di Reggio Emilia, dove gioca in Champions.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														
Di
Redazione LaViola.it