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Il blog di Ludwigzaller

Il blog di Ludwigzaller: Quell’estate del 2013

Mentre un post va ad esaurimento il pensiero si sposta sul successivo. La partita di Empoli giustificherebbe un commento sul perché i tifosi toscani ce l’abbiano a morte con la Fiorentina. E da tempo ho in mente una considerazione su Sousa e il barocco. Le statistiche dicono, ed è inevitabile, che se parlo di calcio i commenti si intensificano. E volendo stare alle notizie del giorno, il fatto di cui oggi si parla è lo scambio tra Babacar e Gabbiadini. Si è già capito credo che questo blog lo scriviamo in due: io e il professor Zaller. Zaller naturalmente insiste perché si parli del barocco e pretende una citazione di Gilles Deleuze. Non lo vorrei scontentare, visto che ha già sofferto per la chiusura di Old England a cui si è aggiunta la ricomparsa in tv di Fabio Volo, la sua bestia nera assieme a Canfora e a Tomaso Montanari. Ma al numero di commenti tengo.

Ritorno dunque a quell’estate del 2013 da cui il mio blog prese le mosse. Quando il campionato 2013 terminò ero al settimo cielo. E con me credo molti  tifosi della Fiorentina. Dalla retrocessione paventata di un anno prima, si era passati ad un quarto posto che ci andava molto stretto, conseguenza più degli aiuti ottenuti dal Milan che di nostri errori. Un gioco di qualità eccelsa, il migliore forse espresso dalla Fiorentina da quando la seguo (e non da un giorno!). Era un calcio nuovo, mancava il centravanti classico, gli esterni attaccavano, saltavano l’uomo e segnavano, si teneva palla in modo estenuato, i difensori ed anche il portiere partecipavano alla manovra. Zeffirelli disse che la Fiorentina “danzava”. Giocatori come Cuadrado, Ljajic, Pizarro, Aquilani, Borja erano stati rimessi all’onore del mondo dopo aver attraversato fasi della carriera non esattamente brillanti: c’era chi era senza contratto, chi veniva da una retrocessione. E persino uno che era stato preso a pugni dal suo allenatore. Avevo naturalmente sentito parlare del Barcellona di Guardiola, ma un conto era ammirare il Barcellona in tv, un altro vedere certi concetti trasposti a Firenze.

jovetic21Mi aspettavo una campagna acquisti che partendo dalla squadra esistente e dai principi di gioco applicati mirasse a rafforzare la Fiorentina. Fui perciò molto stupito nell’apprendere che alla inevitabile cessione di Jovetic al City (conseguenza di una scelta professionale del giocatore) e alla vendita di Alessio Cerci (in prestito al Torino dopo alcuni contrasti con Montella culminati nella cena delle pernici), avrebbero fatto seguito l’acquisto di un centravanti come Gomez, che con il gioco della Fiorentina non c’entrava niente ed era costosissimo, sia come prezzo di acquisto che come ingaggio, e la vendita di Ljajic, perfetto interprete del gioco montelliano. Molto più logico, secondo me, sarebbe stato considerare titolari Giuseppe Rossi, già acquistato, Cuadrado e Ljajic, ed inserire in squadra un centravanti giovane, da tenere in panchina e far scendere in campo al momento giusto, a inizio partita o anche a gara iniziata. Il nome di Gabbiadini che la Juventus offriva in cambio di Jovetic e di un conguaglio non mi dispiaceva. Gabbiadini era allora uno dei talenti emergenti della sua generazione, aveva doti tecniche tali da consentirgli di occupare qualsiasi ruolo in attacco, ed era gradito a Montella. Non aggiungo altro: quel che è accaduto in seguito lo sappiamo tutti: il fallimento fiorentino di Gomez, la perfetta macchina di Montella che perde colpi, i guai finanziari e le conseguenti, e dolorose, cessioni di giocatori come Cuadrado.

Le scelte di quell’estate del 2013 decisero del destino della Fiorentina per diversi anni a venire, ed ancora ne stiamo pagando le conseguenze, sul piano tattico e del bilancio. Di Gabbiadini si torna a parlare. Il giocatore non ha mantenuto tutte le promesse, ma bisogna aggiungere che la sua carriera non è stata fortunata. Dopo aver giocato in una serie di squadre minori è arrivato al Napoli, dove era chiuso da Higuain. Con la cessione di Higuain e l’infortunio di Milik si è trovato titolare ma sono bastate un paio di partite sfortunate per affossarlo. Poche per valutarne il valore. La verità è che a Napoli non potevano aspettare e Gabbia è diventato il parafulmine di una stagione infelice. A Firenze continuo a vederlo bene, purché accetti un taglio di ingaggio. Sousa potrebbe farne una sorta di gemello di Bernardeschi, è un giocatore duttile che non si tira indietro se gli si chiede di assolvere compiti difensivi. Anche Babacar potrebbe trarre vantaggio da un trasferimento a Napoli. Speriamo che il Corvo sia ascoltato di più di quanto è avvenuto in estate.

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