Antichissima l’arte di prevedere ed è superfluo che ne ricordi le tappe, dall’auruspicina (il prevedere gli eventi dalle viscere degli animali), alle profezie cristiane di Savonarola e Gioacchino da Fiore, all’astrologia, colta e popolare. Esistono però anche previsioni razionali, che non affondano le loro radici nella magia o nelle credenze religiose. Sono quelle fondate sulla statistica o anche su semplici intuizioni.
Si poteva prevedere ad esempio che non fosse un buona idea comprare Mario Gomez, per tutta una serie di ragioni che a suo tempo avevo elencato: costi, ruolo in campo, capacità tecnica. Non ero ispirato da alcun spirito divino, non possedevo tecniche magiche. E neppure ero entrato per capriccio nel ruolo della Cassandra. Ieri sera, discutendo con gli amici del blog ho provato a fare una previsione sulle elezioni americane. A mio parere avrebbe vinto Trump per un motivo riguardante proprio la debolezza delle previsioni, ovvero dei sondaggi. Il sondaggista lavora in modo semplice: telefona agli elettori, li va a trovare a casa, e chiede agli intervistati per chi votano. Dopodiché costruisce dei modelli matematici.
Il problema in questo caso è quello della verità delle risposte. Gli intervistati dicono la verità o mentono? Si poteva sospettare in effetti che molti elettori di Trump mentissero, come scrivevo ieri: l’immagine pubblica di Trump era pessima, la stampa e gli opinion leader lo dipingevano come un uomo ignorante, sessista, incapace di svolgere il proprio compito. L’elettorato di Trump ha tenuto “nella pancia” il proprio voto fino all’ultimo. E nel chiuso della cabina, che peraltro in America non sempre esiste, l’ha espresso. Trump ha vinto.
Gli statistici non hanno saputo cogliere lo scarto tra verità e menzogna, un concetto che per chi studia storia è decisivo. Una autentica débâcle per chi si occupa professionalmente di sondaggi, nella terra in cui le previsioni elettorali sono nate e si sono imposte nel mondo. Mi permetto perciò di aggiungere che le previsioni dovrebbero essere affidate agli storici anziché agli statistici. La matematica non basta. Come diceva il grande filosofo Heidegger la scienza non pensa. Ed anche in questo caso ha dimostrato di non saper “pensare”. Si apre ora un nuovo scenario per chi si interessa di previsioni: cosa farà Trump? Quello che farà sarà così disastroso come si ipotizza? Di questo spero si possa discutere sul blog.
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Di
Redazione LaViola.it