I pensieri di due filosofi: Marc’Aurelio e Pizarro
Esistevano nel mondo antico tanti modi per esprimere le proprie idee. Le si poteva organizzare in un trattato, ma anche affidarle a un dialogo in cui uno degli interlocutori esprimeva una tesi, l’altro la tesi opposta. O anche sintetizzarle in piccole frasi staccate, che di volta in volta venivano chiamate pensieri o aforismi. Uno dei più grandi creatori di pensieri fu l’imperatore Marco Aurelio. Le sue brevi frasi hanno attraversato i secoli e hanno continuato a essere al centro di un’educazione classica. Marco Aurelio viveva, dice Flaubert, in un’epoca in cui non c’erano più gli Dei e non c’era ancora Cristo. La sua visione era totalmente laica, umana e terrena. L’imperatore insegnava a non essere preda di passioni e a non temere la morte e la malattia. La vita non ha un seguito nell’aldilà. Da ciò si potrebbe trarre un invito alla dissipazione. Invece si deve vivere con distacco e con intelligenza. Ecco cosa ci consiglia: “l’atteggiamento libero e senza incertezze nel non concedere nulla alla sorte e nel non guardare, neppure per poco, a nient’altro che alla ragione”.
Sembra impossibile che queste idee modernissime siano state elaborate quasi due millenni fa. In realtà ci sono ancora oggi seguaci della filosofia stoica di Marco Aurelio che accostano i suoi insegnamenti alla new-age, ma vorrei parlare piuttosto di un saggio che ha recentemente affidato i suoi pensieri a un’intervista. Sono pensieri calcistici. E il suo autore è l’indio dal nome di un conquistador David Pizarro. Ecco cosa dice:
1. Per come ho conosciuto i tifosi della Fiorentina, cui piace vedere un bel calcio, dispiace vedere un gioco basato più sull’atletismo che sulla qualità dei giocatori. I tifosi viola hanno un palato sopraffino.
2. La nostra Fiorentina ci permetteva di giocare con un centrocampo con me, Borja Valero e Aquilani. L’unica maniera che avevamo di difenderci era tenere la palla e farlo nella metà campo avversaria.
3. Tra me e Pulgar la differenza è che io sono trequartista e lui difensore centrale. È una grande differenza per come vediamo il gioco.
4. Torreira è un giocatore disordinato che va dove va il pallone. Ricorda più Demme che un vero regista.
5. Contro il Milan la Fiorentina ha fatto una partita di spessore mentre poi la vedi contro una squadra meno blasonata e ti annoia perché non gioca.
6. La mia Fiorentina al di là dei piedi buoni aveva una grandissima personalità. Eravamo giocatori scartati da altre squadre e volevamo dimostrare il nostro valore. E siamo riusciti a farlo.
In questi semplici pensieri di Pizarro è concentrata anche la mia idea di Fiorentina: la ricerca della bellezza, il difendersi attaccando, la necessità di un vero regista che abbia le doti di un trequartista e sia ordinato, l’orgoglio e la capacità di reazione, non ultimo l’evitare la noia. Che sia lui il nostro allenatore ideale? Il patentino lo sta prendendo, la personalità per gestire il gruppo la possiede da sempre. E la sua esperienza è infinita.
di Ludwigzaller
Di
Ludwig