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Il blog di Ludwigzaller

Il blog di Ludwigzaller – Magnifice vir

Ludwigzaller scopre una misteriosa lettera di Machiavelli a Guicciardini in cui si parla della partita con la Sampdoria e dello stadio

Magnifice vir,

son le partite del calcio gravide d’insegnamenti come le Storie di Livio et di Tucidide. Fui io hieri in quel di Genua ove s’affrontarono li Gigliati fiorentini et li Crociati genovesi. Sendo li due capitani conosciuti per la loro prudentia, c’era da aspettarsi da entrambi una condotta meditata. Dopo aver incrociato le spade per qualche fiata e segnata magari qualche rete le due squadre si sarebbero accontentate di un pareggio onorevole. Nondimanco, come nella guerra guerreggiata, nello ioco del pallone contano le circostanze e la Fortuna, gli errori che si commettono  et le prodezze de’ campioni. Errore fu, nelli primi momenti della contesa, quella palla che uno degli iocatori genovesi fecie scivolare senza motivo nella propria porta. Si videro poi uno fallo di mano inopinato e verso la fine una guancialata in su la faccia dello Pezzella argentino. Guadagnato un simile vantaggio, si ebbero le prodezze de’ nostri, lo Schiavone Dusano che finalmente è andato a segno senza indugio et Federico nostro amatissimo che smise li panni smunti dello flagellante.

Sed non è di questa sfida che vorrei parlarvi. Voi sapete che tempo addietro li populi della Valdichiana ribellarono a Firenze et io scrissi su tale soggetto una breve memoria, nella quale dicevo che ai ribelli si fa la grazia o duramente li si castiga. In questi giorni è nata un’altra contesa. Lo nuovo stadio dovendosi costruire per volontà del nobile festaiolo Rocco il Calabro, che vuolse donarlo alla cipta di Firenze, fu dal Gonfaloniere fiorentino stabilito uno prezzo tale del terreno da render impossibile l’impresa. S’offrirono allora li comuni del contado di donar terra necessaria per pochi fiorini, ma la Dominante s’oppose con deboli argomenti. Che fare dunque? Punire con severità li rebelli, disfacendo Campi Bisenzio, et Bagno a Ripoli,  e menarne li governanti in catene in su la piazza della Signoria? O trattar loro con mansuetudine, consentendo di altrove costruir lo stadio suddetto? Io son per la via larga et misericordiosa, Francesco, et non severa. Che si faccia ordunque lo stadio fuor di Firenze sicome ne vedi a Lione, a Lutetia et mi dicono anco presso lo re d’Inghilterra in Londinio, con minore dispendio della Tasca et satisfatione dello Excellentissimo Rocco.

Vero è infatti che la cipta può disporre come meglio crede dello suo contado, ma altrettanto è vero che del contado può aversi bisogno in chaso di guerre et d’invasione. Et non si dimentichi che dal contado pratese venne quel festajolo grande, detto il Befano, credo perché nato nel giorno della Epifania,  che di tante vittorie fu foriero.

Torno sul cesso ove mi trovavo quando arrivò il messo che mi consegnò questa Vostra e vi bascio le mani.

Il Servitore Vostro Niccolò Machiavelli

[Niccolò Machiavelli a Francesco Guicciardini, senza luogo e senza data. Lettera inedita scoperta negli archivi dell’Accademia della Crusca da Ludovico Zaller]

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