Questa settimana Ludwig ci parla di… labirinti
“Fang – diciamo – ha un segreto; uno sconosciuto batte alla sua porta; Fang decide di ucciderlo. Naturalmente, vi sono vari scioglimenti possibili: Fang può uccidere l’intruso, l’intruso può uccidere Fang, entrambi possono salvarsi, entrambi possono restare uccisi, eccetera. Nell’opera di Ts’ui Pên, questi scioglimenti vi sono tutti; e ognuno è il punto di partenza di altre biforcazioni”.
Così uno dei protagonisti del racconto di Borges Il giardino dei sentieri che si biforcano descrive la trama di un libro che è, nello stesso tempo, un labirinto infinito e un giardino immateriale. In molti, credo, avranno riconosciuto lo spunto del film Sliding doors, di cui il racconto di Borges è un antecedente, a un tempo nobile e complicato. (Come tutti i racconti di Borges anche questo, ancorchè brevissimo, è denso di eventi, elaborato nello stile, e praticamente impossibile da riassumere: leggetelo o rilegettelo, anche un solo lettore guadagnato alla causa di Borges sarebbe per me un non disprezzabile titolo di merito).
Manolo Gabbiadini, giovane e ambizioso centravanti, di proprietà della Juventus, viene offerto alla Fiorentina, come contropartita parziale di Jovetic. Gomez è ingaggiato dal Napoli, Gabbiadini arriva a Firenze. All’inizio è spaesato e deve fare la riserva. Ha davanti giocatori come Rossi, Cuadrado, Joaquin, probabilmente Adem Ljajic. Gabbiadini, che ha piedi buonissimi e sa fare sia il centravanti che l’esterno, impara i movimenti e si inserisce nel gruppo. Gioca un paio di spezzoni di partita, assiste dalla panchina al 4-2 con la Juve. Ma poi a Livorno Rossi si fa male. E Gabbiadini ne prende il posto, diventa il centravanti titolare della Fiorentina, con gli oneri e onori conseguenti. All’interno di un gruppo tanto affiatato, e guidato da una lucida filosofia di gioco, Gabbiadini non può fallire: con i suoi goal la Fiorentina lotta per lo scudetto.
Ma come sappiamo le cose non sono andate così, la squadra viola e il giocatore hanno preso altre strade: la Fiorentina dopo aver perso Rossi e Gomez si è adattata al mediocre Matri, i sogni di scudetto si sono infranti. Non è stata più fortunata la sorte di Gabbiadini, che ha girovagato per varie società senza mai trovar pace. La Juve lo ha ceduto alla Sampdoria, da lì è passato a Napoli, dove si è imbattuto in un allenatore che non credeva in lui. Arriva infine in Inghilterra, al Southampton: al principio sembra possa sfondare, ma poi si perde ancora e segna nove goal in due anni.
Ora si legge che interessi di nuovo alla Fiorentina, ma è più vecchio, deluso immagino, e si porta dietro il fardello di un cartellino costoso e di un ingaggio pesante. Difficile che possa imboccare di nuovo quel viottolo, nel giardino dei sentieri che si biforcano, che smarrì allora.
Nell’immagine il Labirinto Borges presso la Fondazione Giorgio Cini, Venezia.

Di
Redazione LaViola.it