Siccome non vorrei che qualcuno si fosse fatto l’idea che questo è il blog di uno storico che parla solo ed esclusivamente delle sue cose, oggi voglio parlare di Paul Valéry. Non vi preoccupate, sto scherzando, anche se credo che si debba riflettere seriamente sul fatto che Paul Valéry e Agroppi si somigliano spaventosamente, al punto tale da lasciar credere che siano la stessa persona (con tutta una serie di conseguenze scientifiche di non poco conto: Agroppi ha scritto i Cahier finora attribuiti a Valéry e Valéry ha allenato il Pisa).
Parleremo di tattica calcistica. La parola in discussione è regista, quel tipo di giocatore che gli inglesi definiscono playmaker. Ho la sensazione che questa parola, molto amata da chi scrive di calcio, sia stata usata nel tempo in diverse accezioni (ringrazio i commentatori del blog per aver contribuito a chiarirmi le idee in proposito). Mi spiego. Negli anni settanta le squadre venivano schierate in campo senza troppa fantasia tattica: la difesa era formata da due terzini, di cui un fluidificante, da un libero e da uno stopper che marcavano a uomo. A centrocampo giocavano un mediano ed un centrocampista di ordine. In attacco si muovevano due punte coadiuvate da un’ala destra con vocazione offensiva. Il terzo centrocampista era il famoso numero dieci. Era costui un giocatore dotato di eleganza, di abilità nel tocco, capace di mettere in movimento le punte, di tirare lui stesso da lontano, di battere le punizioni ed i calci d’angolo. Il termine regista definiva il centrocampista di ordine ma anche il numero dieci, il regista avanzato.
Grandi registi avanzati sono stati Antognoni, Rivera, Platini. Con l’avvento del calcio totale la figura del regista avanzato era destinata a perdere d’importanza. Ma già Trapattoni aveva intuito la tendenza, rinunciando all’elegante Capello per avere alla Juve il possente e falloso Benetti e successivamente Marco Tardelli, uno dei pochi capaci di “cantare e portar croce” in senso breriano. Alla Fiorentina l’ultimo vero regista avanzato fu Antognoni. Diverso per posizione in campo e per doti era Roberto Baggio. Si cominciò così a parlare di regista solo in riferimento a quei giocatori arretrati, come Pirlo, Verratti o il nostro Pizarro che posizionandosi davanti alla difesa comandavano la manovra e si esibivano in calibrati lanci lunghi, mentre il compito di regista avanzato veniva ereditato, nel calcio di Guardiola, dal falso nove.
Nell’ultimo schieramento tattico di Sousa c’è un giocatore che si muove esattamente nella zona di campo che occupavano i registi avanzati degli anni settanta: Josip Ilicic. Come i registi avanzati di un tempo Ilicic illumina il gioco di attacco, fa assist, batte le punizioni e i rigori; e se ci riesce va a segno a sua volta. Ilicic non è per posizione in campo ed attitudine un falso nove. Davanti a lui c’è un attaccante altrettanto mobile e tecnico che crea con il regista avanzato un asse decisivo. Mentre i giocatori che gli ruotano intorno si sacrificano in copertura, Ilicic dispone di una squadra al proprio servizio che ne esalta le doti. Gli altri difendono e si sfiancano, a lui è demandato il compito più nobile.
Affascinante ritorno di un ruolo che apparteneva ad un calcio antico: in questa posizione, a Bologna, Ilicic ha fatto sfracelli: ha preso due pali, ha comandato il gioco, è entrato in tutte le azioni più importanti della Fiorentina. Come tutti i dieci Ilicic è incostante: per neutralizzare il nostro gioco potrebbe essere sufficiente spegnerne la fonte. Il calcio di oggi inoltre è molto più veloce e dinamico: l’eventuale regista non dispone del tempo necessario a ideare le giocate che veniva concesso ad un Rivera. Il pressing è spietato. Tecnica e personalità per essere un dieci di valore assoluto, tuttavia, non mancano all’inquieto slavo, cui Sousa ha dato responsabilità che prima d’ora gli erano state precluse a Firenze.
NOTA REDAZIONE: Il blog di Ludwigzaller ha la sua sezione sul nostro sito. Lo potete trovare nel menu in alto sotto News, o in homepage nel blocco centrale degli Approfondimenti situato sotto la “cascata” delle notizie, cliccando su “Il blog di Ludwigzaller”.
Di
Redazione LaViola.it