Il blog di Ludwigzaller
Il blog di Ludwigzaller: Rinascimento viola
Non poteva non piacermi il Rinascimento elettronico, la mostra di video-arte che Bill Viola mette in scena a Palazzo Strozzi. Ho vissuto infatti per anni immerso nel Rinascimento e mi sento in qualche modo vicino a quell’epoca più che alla nostra. Gli storici sono spesso vittime della sindrome di Stoccolma, si innamorano del loro oggetto di studio così come i rapiti tendono a stringere legami affettivi con i loro rapitori. E d’altronde penso da tempo che una via d’uscita possibile alla crisi dell’arte contemporanea, che ha ormai esplorato ogni aspetto dell’astrattismo e dell’informale, sia il ritorno non scolastico al Rinascimento con i suoi equilibri formali, la sua armonia, il culto della bellezza classica.
Bill era arrivato a Firenze negli anni settanta, dove aveva trovato video-artisti attivi come l’affascinante Maria Grazia Conti Bicocchi, figlia nientemeno che di Primo Conti. Da quegli esperimenti elementari di un nuovo linguaggio artistico è arrivato alla perfezione ed al virtuosismo delle opere attuali. Partendo da un quadro di Masolino, un Cristo che si leva dal sepolcro, Viola ci mostra quella che appare come una immagine fotografica che rappresenta la stessa scena: il sepolcro sembra vuoto e due figure in abiti contemporanei si trovano presso di esso. Lentamente e quasi impercettibilmente l’ immagine si muove. Dal sepolcro affiora il corpo di un giovane Cristo risorto di cui le due persone si prendono cura amorevolmente. Incidentalmente, e per gli amanti dei misteri di Dan Brown, segnalo che nel dipinto di Masolino ci sono la Madonna ed un S. Giovanni Battista molto femmineo, che nella video rappresentazione di Viola pare essere diventato una donna. La stessa idea è alla base degli altri lavori che ci mostrano un gruppo di figure che si muove in un sentiero che attraversa una foresta, da Botticelli, o un Adamo ed Eva invecchiati da Cranach. Ma si ammirano anche fiamme e diluvi. È un’arte illusionistica dunque che credo non sarebbe dispiaciuta ai fiorentini del Cinquecento. Lo spirito del Rinascimento, depurato degli aspetti più banali e consueti, c’è tutto e Bill sembra essere riuscito a coglierlo, al culmine di un lungo percorso che è cominciato da una iniziale diffidenza per questa arte, seguita da lunghi soggiorni di lavoro e studio nel Paul Getty Museum di Los Angeles. L’iconografia della mostra, manifesti e biglietti, è rigorosamente viola e ricorda da vicino il colore delle maglie della Fiorentina.
Senza la qualità degli schermi e degli strumenti di proiezione, quelle immagini elettroniche sono incomprensibili. La mostra dunque va vista dal vivo, non c’è catalogo o filmato di YouTube che possa sostituire la visione diretta. Nomen omen: nel nome il destino. Nel cognome di Bill erano già annunciati Firenze e il Rinascimento.
Si registra nel frattempo una certa vivacità di commenti e reazioni a proposito della Fiorentina. Argomenti come il bilancio del periodo di Sousa, la possibilità ancora viva di arrivare al sesto posto, la scelta del nuovo allenatore, e il destino di Bernardeschi alimentano le discussioni. La sensazione di un rinnovamento in atto è palpabile e le premesse sembrano molto buone, tanto che non appare illecito, anche in questo campo specifico che più ci interessa, parlare di Rinascimento viola. Le mie idee le ho già espresse ma le riassumo: penso che un nuovo allenatore possa restituire equilibrio alla squadra, mettendo fine al bizzarro benché interessante sperimentalismo di Sousa. Non trovo scandalosa l’idea che Bernardeschi possa essere già venduto, sempre che si reinvesta bene quanto guadagnato. E quanto al sesto posto sembra proprio che niente sia deciso, visto che il rendimento delle tre contendenti è più o meno lo stesso e che nessuna delle tre viaggia a ritmi stratosferici.