La trionfale prestazione di Bernardeschi contro il Napoli, unita a quella di Chiesa, suggerisce qualche considerazione sulla futura organizzazione tattica della Fiorentina.
Bernardeschi sembra aver trovato, ed è un sollievo, la collocazione ideale. Il suo ruolo è quello di un autentico numero dieci, che si muove essenzialmente per linee centrali nella metà a campo avversaria, con licenza di andare al tiro o prodursi in assist. Immaginiamo dunque un’asse formato da Kalinic con alle spalle Bernardeschi. Ai lati di Bernardeschi si dovrebbero collocare due ali vere, esterni capaci di attaccare e di coprire.
Alla sua sinistra Berna avrà Chiesa, un esterno che è maturato tatticamente in tempi rapidi e che sa fare altrettanto bene la fase di possesso e quella di non possesso. Per il ruolo di esterno destro alto i candidati sono Tello e Toledo, ma nessuno dei due convince. Ci vorrebbe, in quella zona del campo, una sorta di gemello di Chiesa, un attaccante che potesse coprire tutta la fascia e sacrificarsi in copertura, ma capace al tempo stesso di creare superiorità e di segnare.
Gabbiadini potrebbe essere il candidato ideale, ma non l’unico. Niente vieta naturalmente che si affidi il ruolo dell’esterno di destra ad un centrocampista adattato, come Cristoforo. Personalmente mi piacerebbe però un esterno alto vero. Il geniale e sontuoso Zarate sarebbe utilizzato solo in certi momenti topici della partita.
L’impressione è che Bernardeschi ed Ilicic giochino in una posizione troppo simile, sicché sarebbe forse preferibile alternarli abbandonando l’idea del doppio trequartista. Gli esterni bassi saranno naturalmente chiamati a loro volta a salire se è il caso, oppure a ripiegare in difesa.
Una squadra dunque costruita attorno al genio calcistico di Bernardeschi che diventerebbe il nostro regista e l’autentico capitano alla Cruijff o alla Maradona: l’uomo che organizza il gioco, sprona i compagni, si assume le maggiori responsabilità nelle fasi più delicate.
Questa organizzazione presenta punti deboli in fase di non possesso, allorché i nostri due centrocampisti possono trovarsi in difficoltà di fronte a reparti di centrocampo più fitti ed agguerriti come quelli della Lazio o dello stesso Napoli. Come è stato notato, in cinque gare, da quando ha adottato un modulo più coraggioso e liberato Bernardeschi da compiti difensivi stringenti, la Fiorentina ha incassato in 5 gare gli stessi goal, 12, che aveva subito nelle prime 13.
Decisivo diventa il contributo in interdizione che debbono fornire gli esterni alti e lo stesso Bernardeschi, ma il problema resta aperto. Con un centrocampo a tre la squadra sarebbe più coperta. Ma è difficile ipotizzare un 4-3-3 con i giocatori di cui disponiamo, a meno che non si sacrifichi Kalinic e non si chieda a Bernardeschi, che come esterno fa fatica, di fare il falso nove. L’ipotesi fu a suo tempo esplorata da Montella e non è assurda.
Difficile anche pensare che uno Jovetic si possa inserire in questo schema tattico, perché si tratterebbe dell’ennesimo giocatore in squadra che si muove per linee centrali. Siamo insomma obbligati a giocare 3-2-4-1, ed è con questo modulo che presumibilmente affronteremo, con qualche speranza di successo, le grandi sfide in Europa League e in Coppa Italia. Decisive saranno anche la voglia di vincere e la determinazione che finalmente con il Napoli si sono viste.
Auguri da Ludwigzaller
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Di
Redazione LaViola.it