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Il blog di Ludwigzaller: Cambridge

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Attraversando quel tratto  di campagna inglese che da Cambridge conduce a Londra, il treno passa accanto allo stadio Emirates dove gioca l’Arsenal. Il calcio continua ad essere una passione nazionale per gli inglesi, e nei pub è obbligatoria la presenza di più schermi per seguire le partite, mentre si beve il sidro o la birra. Per capire come sia fatto l’Emirates Stadium, bisogna pensare che la superficie compatta del cemento è attraversata da grandi vetrate dietro le quali si intuiscono luoghi di socialità con potenzialità di sfruttamento commerciale. Non è uno stadio cittadino, ma ben servito dai mezzi di comunicazione.

Il paese ha una connotazione etnica molto complessa, a Londra, ma anche altrove, si vedono molte persone di colore, ma non ci sono venditori per le strade e si ha la sensazione che gli emigrati abbiano una posizione sociale quantomeno dignitosa. I negozi di cosmetici femminili presentano ormai una fornitura che risponda alle esigenze delle più diverse etnie, perché il fondo tinta adatto ad una asiatica è diverso da quello di chi la pelle candida. Di contro la paura degli attentati è palpabile, i controlli sono molto attenti e sui  ponti si vedono cunei di cemento che impediscono ai camion di lanciarsi in scorribande mortali.

Il destino del paese è di staccarsi dall’Europa, non ho notato segni di ripensamento. Troppe volte ho sentito dire a chi si rivolgeva a me le parole “in this country”, come se ci fosse la netta percezione che quello che accade qui abbia una sua specificità irrinunciabile. Ed ovunque mi sono sentito chiedere di mostrare i documenti in caso di pagamento con la carta di credito, anche se la somma non eccedeva le cinque sterline. Non mi pare un paese felice ed è molto diverso dalla vecchia Inghilterra che avevo visitato in passato. L’infelicità è un tratto che accomuna ormai gli europei e gli inglesi non ne sono immuni.

Mentre camminavo sotto una pioggia leggera lungo l’insopportabile Oxford Street, da Hyde Park in direzione della National Gallery, facendomi largo tra la folla cosmopolita, non ho mancato di aggiornarmi sul risultato della partita della Fiorentina. Poco da dire, a quel che ho capito, l’abbiamo sbloccata in fretta e dominata fino alla fine. Simeone ha segnato, Veretout si è dimostrato molto adattabile al calcio italiano, così come Germán Alejo Pezzella. Thereau è un rinforzo che inseguivamo da anni, unisce altezza e forza fisica ad un tecnica ben superiore a quella di Marione. La preoccupazione di finire nella bassa classifica è stata cancellata ed ora si tratta solo di capire se la squadra possa aspirare alla Europa League. Si annuncia quindi quella stagione di passaggio tranquilla che era la nostra prima aspirazione. E si riparla dello stadio, che è importante sia che la proprietà resti la stessa, sia  che la Fiorentina sia venduta.

Dimenticavo: ero a Cambridge per parlare di Savonarola in un convegno sulla Riforma protestante. Ho rappresentato il punto di vista fiorentino, cercando di far capire quanto siano straordinari quegli anni in cui la città di Michelangelo e Leonardo era governata dal Consiglio Grande e dal gonfaloniere a vita, in quella dimensione repubblicana che le appartiene, ed il frate chiedeva una grande riforma religiosa, punto decisivo all’epoca, come l’entrata in scena di Lutero dimostrerà. 

di Ludwigzaller

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