Questa settimana Ludwigzaller analizza i primi mesi di Rocco Commisso alla Fiorentina: dalle dichiarazioni alle cose già fatte fino a quelle che ha in mente di fare
La parola bravo aveva, come i lettori del Manzoni sanno, un significato negativo. Dal Settecento in poi tutto cambiò. Gli spettatori delle opere liriche incominciarono a rivolgere questa esclamazione ai cantanti per celebrare la loro eccezionalità e bravura. L’opera era un genere italiano, il linguaggio della musica veniva dall’Italia, e fu così che l’italico bravo incominciò a risuonare anche nei teatri inglesi, francesi, americani. Si diceva bravo sia delle cantanti donne che degli uomini, e ancora oggi funziona così. Facile immaginare che i bravo si siano sprecati alla prima della Fanciulla del west, che si tenne al Metropolitan di New-York, presente Giacomo Puccini, il 10 dicembre 1910.
Alla vigilia della partita con la Juventus, che di fatto apre la nostra stagione, credo che Rocco Commisso meriti un bravo da parte di chi segue la Fiorentina. In poco tempo Commisso ha fatto un grande lavoro, muovendosi su più piani. Ha lavorato sul marchio della Fiorentina, trovato sponsor, cercato di aumentare la visibilità della squadra in America. Sta occupandosi seriamente del progetto dello stadio, valutando varie ipotesi. La Fiorentina ha avviato una causa con la società che gestiva lo scorso anno i diritti tv. Commisso ha detto che metterà piede di rado in Lega, ha smorzato le polemiche con gli arbitri. Sta combattendo i cori razzisti e contro le altre squadre. Alcune questioni erano già state affrontate dai Della Valle, ma l’approccio di questi ultimi era razionale e non passionale. Diego Della Valle era affascinato più dalla storia e dall’arte fiorentina che dal calcio. Con Commisso il fatto calcistico, il campo, le zolle, l’erba, le partite sono tornate centrali. Cercavamo un presidente molto ricco e Commisso lo è, ma non sono i soldi che connotano la sua presidenza, ma la passione, l’atteggiamento autenticamente imprenditoriale e l’intelligenza.
Sul piano sportivo, Commisso si è affidato a Pradè e Montella, che a quanto pare conosceva dai tempi della Roma. La rosa è stata assemblata in parte ricorrendo ai giovani del vivaio che Montella, approfittando del lavoro di Bigica ha fatto esordire, in parte con esperti campioni. Non è perfetta e forse non così forte come nel 2012, ma molto interessante.
Un certo appannamento di Chiesa è stato interpretato come insoddisfazione. Si cerca di costruire un caso che secondo me non c’è: una volta superati i problemi fisici e lo stress, Chiesa tornerà ai suoi livelli e prenderà gusto a giocare e a segnare. La conferma di Montella implica che gli si lasci tempo per lavorare, ma c’è chi si augura che già sabato sia esonerato se non vince. Commisso resiste a queste provocazioni. Occorre ora che l’opinione pubblica locale si mostri all’altezza dell’ottimismo americano del presidente e non si perda in un atavico pessimismo.
Se tutto gira per il verso giusto avremo una grande annata, perché non dichiarare le proprie ambizioni non significa non averne.
di Ludwigzaller
Nell’immagine: Enrico Caruso nella prima rappresentazione della Fanciulla del west.
Di
Redazione LaViola.it