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Il blog di Ludwigzaller

Il blog di Ludwigzaller: Bosch

Ludwigzaller questa settimana ci parla del mondo di Hyeronimus Bosch, accomunandolo alla Fiorentina di Pioli

Mentre in Italia Michelangelo e Leonardo dipingevano attenendosi ai canoni della prospettiva e della sezione aurea, sforzandosi di conferire ai loro lavori ordine e razionalità, nelle Fiandre un folle pittore sul quale abbiamo scarsissime notizie sceglieva una strada opposta. La sua ricerca pittorica s’indirizzava verso tutto ciò che era inusuale e lontano dalla norma. Strane creature, mostri, demoni, animali fantastici abitano tele ricchissime di dettagli e figure, e sostanzialmente prive di spazi vuoti. Di lui sappiamo soltanto che era nato in una cittadina dei Paesi Bassi che apparteneva allora al regno di Borgogna, da cui mai si mosse, che era membro di una confraternita locale e che il suo stile di pittura attirò a un certo punto l’interesse del re di Borgogna Filippo il Bello, figlio della bellissima e sfortunata Maria di Borgogna, e padre dell’imperatore Carlo V. Si chiamava Bosch. Hyeronimus Bosch.

Il sonno della ragione genera mostri, disse Goya, un altro pittore che amava immergersi nella fantasia e nell’irreale. Nella storica battaglia tra la bellezza dell’ordine e il fascino del disordine, tra razionalità e fantasia, certezza e suprema incertezza, la Fiorentina di Pioli si schiera dal lato dei fantastici e degli immaginifici. Un iniziale ed estemporaneo tentativo di giocare secondo un certo ordine mentale e sportivo viene vanificato di solito dagli avversari che con facilità ne mettono a nudo i limiti segnandoci un paio di goal. A quel punto, quando la partita sembra finita, si scatena il casino. Gente che attacca da tutte le parti, marcature che saltano, giocatori fuori ruolo che attaccano e difendono come disperati. Come in un quadro di Bosch. Tra questi si distingue in modo particolare l’inarginabile Federico Chiesa, briccone divino o aiutante magico, che nessun difensore sembra in grado di fermare. (Non per caso il nostro sponsor è un Folletto). In breve tempo la squadra pareggia, si porta avanti, subisce ancora ma si riprende. A Bergamo sul 3-1 Chiesa stava per rimettere in piedi la partita, ma la palla è finita sulla traversa.

Affascinante non c’è dubbio. Ma si può pensare di costruire un percorso che ci porti a trofei e a qualificazioni europee tramite questa non-strategia? L’impressione è che questi pur splendidi momenti di calcio siano estemporanei e che per vincere sia necessario tornare a tattiche solide, e a giocatori che le sappiano mettere in pratica: centrocampisti metodisti, difensori che facciano ripartire l’azione e schemi di gioco leggibili. Fasi difensive e offensive ben congegnate, che senza negare l’ebrezza del casino universale la contengano e restituiscano alle nostre partite un senso e una logica. Una squadra strutturata che controlla la partita, mette in difficoltà gli avversari, segna e difende il vantaggio, può esser noiosa, ma è più logica. Una conferma indiretta viene dagli ultimi risultati. Le splendide rimonte con Inter e Atalanta hanno fruttato due pareggi appena. L’Atalanta giocherà in casa il ritorno in Coppa e in campionato ci ha distaccato.

Che fare dunque? Sopportare i colpi dell’avversa fortuna? O decidere di ripartire con un altro allenatore e qualche giocatore nuovo che possa integrare la non disprezzabile attuale rosa? La domanda naturalmente riguarda il prossimo anno. Pioli conserva ancora una chance di ottenere la finale di coppa ed è giusto che se la giochi col suo calcio folle e irreale.

di Ludwigzaller

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