Il calcio totale nasce in Olanda nei primi anni settanta, con l’Ajax di Cruijff e con la nazionale orange. Ma presto Crujiff passa al Barcellona e ne diventa il giocatore simbolo, poi l’allenatore. Come direttore sportivo e allenatore, Cruijff contribuisce in modo decisivo al radicamento in Spagna del calcio totale, crea scuole di calcio ispirate ai principi olandesi, e fa crescere una nuova generazione di giocatori, tra i quali ce n’è uno che sarà poi a sua volta uno straordinario innovatore del calcio moderno, Pep Guardiola. Allenatori e giocatori olandesi furono l’equivalente di quei precettori greci che avevano insegnato ai romani l’amore per la letteratura.
Le radici storiche di questa vicenda sono molto intriganti. I cosiddetti Paesi Bassi spagnoli erano fino alla seconda metà del Cinquecento soggetti alla Spagna, ma una rivolta coraggiosa, e apparentemente senza speranza di successo, portò gli olandesi a raggiungere l’indipendenza e l’autogoverno, e a proclamare la repubblica. A questo processo si accompagnò l’esplosione della economia coloniale olandese. Era l’Olanda del secolo d’oro narrata nei libri di Simon Schama che dominava un impero commerciale con logiche mondiali e alimentava un vero e proprio bisogno diffuso di arte. In ogni casa borghese c’era una media di otto quadri. Rembrandt era solo la punta dell’iceberg. L’Olanda era calvinista, ed insieme opulenta ed aperta.
La Catalogna provò a seguire l’esempio dell’Olanda. Nel 1641 si ribellò al governo centrale di Madrid e proclamò una repubblica, destinata peraltro a durare pochi giorni, ma con le sue tradizioni urbane è la regione più avanzata e moderna della Spagna. E il sogno dell’autonomia è ancora vivo. Quanto all’arte va ricordato che Picasso, Dalì, Miró, benché costretti poi a lasciare la Spagna, si erano formati a Barcellona.
C’è una terza regione europea che possiamo accomunare a Catalogna e Spagna. Anche qui sono sempre state molto forti le tradizioni di autonomia. Anche qui c’erano una rete urbana fittissima, una ricchezza mercantile diffusa, e amore per l’arte. E la tentazione di una riforma religiosa si agitò a lungo. Parlo naturalmente della Toscana. I motivi per cui in Toscana la rivolta contro la Spagna ed il papa fallì sono molto complicati da spiegare, ma nello spirito toscano sopravvivono le tradizioni repubblicane, l’anticlericalismo e fino ad un certo momento c’è stata anche una forte vocazione ad innovare, che si è in parte spenta. La morale diffusa è la più aperta che si trovi in Italia e ci accomuna ai popoli del Nord Europa. Non è un caso forse se per lunghi periodi, sin dai tempi di Fulvio Bernardini, a Firenze si sia praticato un calcio coraggioso, innovativo e moderno. Nel nuovo millennio la Fiorentina è diventata la roccaforte del modo di giocare introdotto da Guardiola e si è detto che giocava “meglio del Barcellona”.
Nel conservativo, prudente e cattolico Belgio, le squadre di calcio hanno invece sempre praticato il contropiede.
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Redazione LaViola.it