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Il Blog dei Tifosi – Volata finale

Fiorentina

Pierre Bayle parla del finale di stagione della Fiorentina, e delle difficoltà che i viola possono incontrare nel raggiungere l’Europa attraverso il campionato

Abbiamo attraversato un periodo decisivo per la storia recente della Fiorentina, soprattutto fuori dal campo di gioco. La scomparsa di Joe Barone lascia un dolore profondo e un vuoto incolmabile sotto molti punti di vista, mentre la squadra continua ad offrire un rendimento insufficiente sul rettangolo verde. Il patto stretto al Viola Park è ormai chiaro. Con Italiano e alcuni giocatori in scadenza di contratto, altri che andranno ceduti per evitare lo svincolo o per altre ragioni, fino al 19 marzo l’idea era quella di vincere una coppa prima di andare ognuno per la propria strada. Dopo quel giorno si è aggiunta un’ulteriore forte motivazione a questo proposito: vinciamola per Joe, quella coppa.

Ma come ha ricordato Kayode, Joe per primo “non avrebbe mai voluto che ci adagiassimo in campionato. Campionato che, come l’anno scorso, e come sempre, rimane la porta principale per rigiocare la coppa europea anche l’anno prossimo, presupposto fondamentale e imprescindibile perché la stagione di una squadra come la Fiorentina possa essere ritenuta quantomeno accettabile. Vincere un trofeo, si sa, non è mai semplice, e noi ne siamo ben consapevoli dopo l’esperienza dell’anno passato.

In Coppa Italia, nel caso in cui riuscissimo ad accedere alla finale superando l’Atalanta, all’Olimpico ci aspetterebbe probabilmente la Juventus, visto il risultato all’andata con la Lazio. A Torino abbiamo avuto l’ennesimo esempio di come potrebbero andare le cose. In Conference League, se riuscissimo a battere il Viktoria Plzen, ci aspetterebbe la vincente fra Club Brugge, che già conosciamo, e Paok, per affrontare in finale con buone probabilità l’Aston Villa, squadra per valore paragonabile, ma forse anche più forte, al West Ham dell’anno scorso. E come l’anno scorso sarebbe assolutamente necessario affrontare un’eventuale finale di coppa con la sicurezza di disputare almeno la Conference League anche la prossima stagione attraverso il piazzamento in campionato, per evitare in caso di esito negativo nelle coppe il fallimento completo della stagione.

Obiettivo raggiungibile? L’anno scorso bastarono 56 punti per piazzarsi all’ottavo posto. Attualmente abbiamo 43 punti, con 8 partite da disputare contro Genoa, Salernitana, Sassuolo, Verona, Monza, Napoli, Cagliari e Atalanta. Per raggiungere lo stesso numero di punti dell’anno passato dovremmo farne altri 13. Considerando che oltre al Torino abbiamo davanti anche la Lazio, attualmente a 3 punti, probabilmente non saranno sufficienti. Le nostre dirette avversarie hanno un andamento altalenante quanto il nostro, i giochi sono aperti.

Se la nostra squadra avesse dato nel corso della stagione una certa sicurezza di risultato contro squadre tecnicamente meno preparate, potremmo ipotizzare vittorie probabili almeno contro sei delle otto avversarie rimanenti. Ma se così fosse stato, adesso non ci troveremmo in questa situazione. Varie concause hanno determinato una classifica deficitaria di almeno una decina di punti che il nostro tasso tecnico avrebbe dovuto assicurarci. Se la Fiorentina avesse fatto il suo dovere oggi potremmo trovarci intorno al sesto posto anziché al decimo. In altre parole, se non abbiamo fatto punteggio pieno nelle doppie sfide con Empoli Udinese Lecce e Frosinone, su quali presupposti possiamo pensare di vincere le partite di ritorno con Genoa Salernitana Sassuolo Monza e Cagliari, per giunta intervallate dalle sfide di andata e ritorno di coppa contro avversarie dal valore più alto rispetto ai turni precedenti?

A sfavore di un esito positivo in campionato gioca il fatto che per riuscire a vincere la Fiorentina dovrebbe sempre giocare una partita di intensità e concentrazione paragonabile a quella contro l’Atalanta nell’andata di Coppa Italia. L’incontro di Torino contro la Juventus ci ha dimostrato che questo non è possibile. È più probabile che le partite migliori saranno riservate alle sfide di coppa, mentre per quelle di campionato, come ormai chiaramente accertato, non abbiamo un piano B per portare a casa i tre punti con uno sforzo più contenuto. Le pessime prove e i tanti rischi corsi anche in partite nelle quali abbiamo fatto risultato ne sono la dimostrazione.

È il caso di ricordare che nel 2024 abbiamo giocato 12 partite di campionato, con 6 sconfitte, 4 pareggi e la miseria di 2 vittorie, l’ultima delle quali risale a cinque partite fa, il 26 febbraio contro la Lazio. In quest’anno siamo stati capaci di buttare la vittoria all’ultimo tuffo tanto contro la Roma come a Lecce.

A favore di un esito positivo gioca il precedente dell’anno scorso, quando la Fiorentina trovò la migliore condizione proprio nel momento a ridosso delle ultimissime partite della stagione. In virtù di un buon filotto di risultati, che seguì alle delusioni di inizio anno, andammo a Praga con l’ottavo posto acquisito. Ulteriore vantaggio è quello di aver ritrovato giocatori che per un lungo periodo sono stati assenti o fuori condizione, come Barak, Kouame e Dodo. La rosa è al completo e al massimo della forma. In tre anni la Fiorentina non è riuscita a darsi quella sicurezza di rendimento tale da offrire certezze ai suoi tifosi. Manca del tutto la calma dei forti, ragion per cui quello di rimanere con il cuore in gola fino all’ultima partita è un buon auspicio anzichè un malaugurio.

di Pierre Bayle

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