La Fiorentina tra sfortuna e speranza: aspettando il ritorno di Gudmundsson e le mosse di Palladino
Sarò breve. Il modo di giocare l’avevamo trovato, ma è arrivata la bastonata che ha tolto di mezzo il fulcro di quel gioco, bello ed essenziale. Finora è mancato Gudmundsson. Ora lui rientra, ma non c’è più Bove. Altrimenti, che Fiorentina saremmo?
L’amiamo anche per questo, la Viola che può battere in sfortuna anche Paperino. Il tempo è giusto per aspettare che la Befana rocchigiana metta nella calza non il carbone al quale siamo abituati, ma qualcosa di utile. Noi tifosi abbiamo già scritto le nostre letterine e non ci resta che aspettare, ansiosi, di vedere quello che calerà dal camino la vecchia con le scarpe rotte.
Nell’attesa, Palladino potrebbe fare l’albero di Natale, un bel 4-3-2-1 da tenere addobbato finché non vedremo cosa c’è nella calza. Al Presidente e ai suoi dirigenti il compito di rifornire la dispensa.
A noi resta di stare vicini alla nostra Fiorentina, lieti per questi tre mesi di vittorie come non vedevamo da sessantaquattro anni. Sennò, non siamo mai contenti.
Alè, Fiorentina!
di Paolotto
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Di
Redazione LaViola.it