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Il Blog dei Tifosi – Gudmundsson, il talento che attende solo la porta

Albert Gudmundsson - Fiorentina

Dal gelo islandese alla fiamma viola: ora tocca a Palladino liberare l’istinto primordiale di Gud, affinché il suo tiro invisibile diventi un’arma letale

Aspettando Godot sembra una favola a confronto, lui invece pareva essere già lì, e cioè a Firenze e mentre Godot non sappiamo chi sia, lui già lo veneravano prima ancora che arrivasse, prima ancora di vederlo. E dunque quando arrivò a qualcuno sembrò di vedere le acque dell’Arno aprirsi a formare un tappetto rosso per agevolare il suo arrivo al Viola Park. Certo il fisico non è quello di Ulisse nemmeno di un adone greco. Ma perché c’è qualcuno che ha mai affermato che per giocare al pallone è necessario una struttura fisica imponente? Non credo.

Ecco, il carattere è quello di un glaciale nord europeo, e quello, il carattere, è più utile del fisico. Gelido ma caloroso, spigoloso ma cordiale, apparentemente distaccato ma estremamente sensibile. Destrezza e agilità, velocità e prontezza, tecnica limpida e cristallina questo è lui. Una parte di lui. Quando l’orchestra è assemblata lui riesce a padroneggiare e suonare lo strumento, cioè il pallone, in maniera sublime e ad interiorizzare e  manifestare il “suo” movimento. Quello che ancora i difensori e soprattutto i portieri non sono riusciti ancora ad neutralizzare.

Pare inoffensivo, quando parte, con lo strumento al piede, lo vedi gracile quasi indifeso e i difensori pensano: “Dove vorrà andare con quel fisico?“. Un’anguilla, è come un’anguilla tra le maglie dei difensori che si insinua e fugge ed esce come un funambolo da quelle strette maglie per irridere e bucare le maglie, questa volta, della rete del portiere avversario. Certo, lui Gud… Albert Gudmunsson.

Adesso il suo allenatore lo ha capito. E lui, Gud, ha aspettato il suo allenatore con quella umiltà e semplicità che contraddistingue coloro che possiedono il talento. Sanno, i talentuosi, che gli altri hanno bisogno di tempo perché si rendano conto di chi hanno di fronte. Questo è il destino di chi ha il dono! Il suo allenatore lo ha capito e dunque adesso lo fa giostrare in libertà come faceva quando era piccolo, solo un bambino, quando si affidava soltanto al suo istinto selvaggio, primordiale ed infallibile.    

Ma adesso serve altro! Fronte porta. Il “suo” movimento unico ed irripetibile. Nessuno in alcun altro campo verde e in nessun altro parallelo e in nessun altro meridiano di questo pianeta può replicarlo. Quel tiro secco, preciso, raso al fil d’erba. Quel tiro parte “senza caricarlo”, senza che la gamba carichi il peso del corpo, senza che il corpo avvisi il portiere che sta per partire, senza che il portiere si insospettisca, senza che si accorga che da lì a un gol preso non passi neanche un attimo.

Ecco! È adesso che Palladino deve intervenire. Fare in modo che gli schemi portino Gud a trovarsi di fronte alla porta. Studiare e applicare sul campo i movimenti che potranno liberare il “suo” movimento e la sua anima selvaggia di una natura incontenibile come lo sono i geyser del suo Paese. Sai da dove partono ma non sai dove possono arrivare.

Lui, Gud, non chiede, mai. Lo sa che il talento deve soffrire, lo sa che il dono è il suo ma lo vuole offrire a chi lo ama. E noi lo amiamo. Lui, Gud, non lo pretende, mai. Lo sa che deve aspettare. Ha aspettato fino ad ora ma adesso lo vuole manifestare sempre più spesso il “suo” movimento. Trovarsi fronte porta con il campo verde, verde come l’aurora boreale della sua Islanda, da calpestare come faceva da bambino quando il sogno correva libero e senza freni, ripercorrerlo, adesso, quel manto erboso, verso la porta e infierire sul portiere avversario.  È adesso che il mister deve impadronirsi di nuovi schemi e movimenti di squadra per favorire il “suo movimento”.

Un bambino mi chiama e mi consegna un foglietto e mi esorta così: “Lo consegni a Palladino?!“. E poi aggiunge: “È solo un esempio…“. E io che non lo conosco e non saprei come entrare al Viola Park, o pensato di pubblicarlo sul sito più letto dai tifosi viola. Ed essendo il nostro mister un tifoso viola scuro, lo leggerà senza dubbio.

di Simone Banci

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