Ovvero… e se il fumo fosse d’arrosto?
Rispondendo all’ultimo editoriale del Blog, a firma Paolotto, mi chiedo e vi chiedo se è arrivato il momento, anche per noi poveri repressi tifosi viola, di poter aspirare di “riveder le stelle”, quelle ovviamente che si scorgono dalle finestre dell’alta classifica. Il secondo tempo giocato con gli ungheresi, e soprattutto la sontuosa vittoria di Napoli, ci proiettano over the rainbow, dove osano le aquile. Una squadra – finalmente – in salute fisica (a Napoli hanno corso come matti) e rigenerata da quei giocatori che Italiano teneva ai margini, fino a pochi giorni prima. Una squadra che può giocarsela con tutte, anche perché non ci sono nella Serie A di quest’anno macchine schiacciasassi. Dopo solo 8 giornate tutte ma proprio tutte hanno dato segnali di cedimento, comprese le titolate.
Ovviamente anche la Fiorentina ne ha fatti di errori ma, se togliamo la serataccia con l’Inter, rimangono davvero errori ma rimediabili in un futuro prossimo. Com’è che si passa dal fumo all’arrosto? Secondo il mio parere, quando una proprietà ricca, come quella che abbiamo, pensa davvero che la squadra che ha comprato non è solo un diversivo (che pensi di poterci fare bisnesse un ci penso nemmeno) ma è uno spicchio significativo del territorio che rappresenta. Capito questo siamo a metà dell’opera. Di conseguenza, senza indugi, dovrebbe aver messo gli occhi su qualche elemento da portare subito a Firenze come “ceppo” di Natale.
Perché, eccoci all’acqua, è difficilissimo che Jack tenga questo ritmo fino all’estate. È difficilissimo che i tre moschettieri Arthur, Bonaventura e Duncan tengano per le rimanenti trenta partite. E poi le coppe. Con quali giocatori le giochi e quanto ti premono a questo punto? E Italiano, avrà capito su chi contare e su chi lasciare in panca? Le sue ultimissime scelte sono frutto di ragionamento o di casualità? È legittimo pensare che, con Dodo in salute, non avremmo goduto della straripante energia di Kayode, e più o meno con Biraghi integro, quando avremmo visto Parisi in campo? E quanto ha influito l’infortunato Mina sulle fortunate presenze di Quarta e di Ranieri?
A voler essere ottimista, dirò che Italiano ha imparato la lezione sul campo. Ha cancellato le sue certezze e si è affidato all’evidenza. Deve aver capito che la sua rosa non ha le spine, cioè le punte che dovrebbero segnare, ma ha i due ragazzini delle fasce che, da soli, hanno rigenerato quei compagni che rispondono ai nomi di Brekalo, Ikoné, Kouame… No, Nico non è un rigenerato, Nico sta bene di salute… No, Sottil non l’ho menzionato volutamente.
Guardandosi intorno penso di poter pensare che possiamo, sì che possiamo volare… dove osano le aquile.
di Rocco54
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Redazione LaViola.it