Riccardo valuta le varie scelte che la Fiorentina potrebbe fare per risolvere il “caso Vlahovic”
In questo periodo sta montando il dibattito su come la società debba comportarsi di fronte al caso Vlahovic, quali alternative abbia e quali strategie possa seguire.
Da quel giorno di ottobre nel quale Commisso rivelò alla stampa l’impossibilità di rinegoziare un contratto con l’atleta viola, stante la decisione in merito effettuata dall’entourage del calciatore, Firenze e il popolo viola tutto, hanno iniziato a interrogarsi su quale sarebbe dovuto essere, sul fronte della società, il comportamento più appropriato da tenersi.
Si è rapidamente passati dall’idea, quasi unanime, di una soluzione “punitiva” che prevedeva un confinamento che andasse, a seconda del grado di arrabbiatura, dal purgatorio della panchina fino all’inferno della tribuna per tutto il periodo della durata del contratto in essere, all’idea di scatenare una vera e propria asta a gennaio tra i principali club europei fino all’idea di vendere il calciatore a giugno per, nel mantenerlo in rosa, vedere di raggiungere una qualificazione alle coppe europee così agognata dalla tifoseria.
Devo dire che come al solito il campo emana diversi verdetti, infatti le recenti prestazioni della punta hanno finito per “ammorbidire” il sentimento popolare e iniziato a insinuare il dubbio che, nel terzo millennio, si possa restare concentrati e professionali anche se già con le valigie pronte.
Per inciso di simili professionisti in vita mia ne ho ammirati, fino ad ora, uno soltanto, Daniel Alberto Passarella.
La scelta che si trova a fare la società, quindi è una tra le seguenti tre, ammesso che, come oramai pare assodato, il 9 viola non rinnovi neanche di fronte ad un offerta quasi indecente da parte di Commisso:
1. Venderlo durante la finestra di mercato di gennaio provando a ricavare più soldi possibile;
2. Venderlo durante il mercato estivo, a quel punto dove vuole Vlahovic ma alle condizioni economiche, seppur al ribasso, della Fiorentina;
3. Tenerlo fino alla data di scadenza del contratto provando a raggiungere traguardi sportivi e programmando con calma e tempo la sostituzione.
Dal canto mio vedo opportunità e rischi in ognuna delle soluzioni, la prima offre sicuramente la possibilità di incamerare più soldi possibili ma sapranno essere reinvestiti a dovere? E soprattutto anche in caso di risposta affermativa alla precedente domanda, chi arriverà garantirà da subito un rendimento similare, non pretendo uguale, a quello tenuto fin qui da Dusan?
La seconda possibilità potrebbe garantire, nel caso la media realizzativa continuasse su questi numeri, un ingresso in Europa, sicuramente quella secondaria e meno nobile che, tuttavia sarebbe un gran bel salto in avanti per la Fiorentina se paragonato agli ultimi campionati. Ma se poi la classifica finale non riuscisse a centrare la qualificazione e il calciatore, anzi, interrompesse questo suo impressionante feeling con la rete della porta avversaria non è che si deprezzerebbe un po?
Infine la soluzione più drastica avrebbe il vantaggio di sfruttare le prestazioni sportive il più al lungo possibile, e a costi decisamente contenuti, salvo poi perderlo a zero e con esso far percepire la società viola come quella che tiene in ostaggio i propri calciatori, non proprio la migliore pubblicità nel circo calcistico mondiale.
Confesso che, al momento, non saprei quale scelta operare, e voi?
La verità fa male lo so
di Riccardo Grifoni
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Di
Redazione LaViola.it