Una sosta per ricaricare energie fisiche e mentali e preparare l’ultima parte del 2016, che dovrà dare una precisa identità a questa Fiorentina. Il problema, come sempre, è che durante la sosta per le gare delle nazionali mister Sousa dovrà lavorare con un gruppo ristretto di giocatori. Agli undici nazionali questa volta si dovrà aggiungere anche Nikola Kalinic, uscito infortunato (un po’ a sorpresa per come ha terminato la gara) dalla sfida di domenica contro la Sampdoria.
D’altra parte è lo ‘scotto’ che una società, una squadra, deve pagare se vuol partecipare e essere protagonista in Europa.
Aver trovato un modulo gioco più redditizio, il 4-2-3-1 (abbinato alla crescita di forma di molti giocatori), che ultimamente ha dato risultati importanti, ha sicuramente portato all’interno della squadra viola maggior fiducia, consapevolezza nelle proprie possibilità. Il problema, semmai, e che in qualche maniera ero lo stesso lo scorso anno, è che alla fine i giocatori utilizzati sono quasi sempre gli stessi. Per questioni tattiche, per questioni fisiche, per questioni legate all’avversario ultimamente Sousa ha puntato spesso sugli stessi giocatori. Probabilmente lo stesso tecnico portoghese avrebbe voluto mettere in campo anche altri giocatori, ma forse le alternative (con un mercato estivo che è andato proprio a rinforzare la panchina viola) non sono ancora all’altezza dei ‘titolari’. Tanti poi sono giovani, molti di prospettiva. Poi ci sono giocatori come Cristoforo e Carlos Sanchez che possono essere utili alla causa di volta in volta ma sicuramente non capaci di cambiare volto, anche in parte, alla squadra.
Due soli dubbi: Babacar e Zarate. L’attaccante senegalese quest’anno ha cambiato anche modo di giocare pur di giocare con maggior continuità. Potrebbe dare molto di più, il suo fisico e le sue qualità dicono questo, ma ci riesce solo a tratti. Di sicuro in alcune partite poteva comunque essere utile: contro lo Slovan Liberec Kalinic ha giocato per quasi tutta la partita, quando il risultato era già deciso nel primo tempo. Forse avrebbe potuto giocare Babacar, come in altre situazioni.
La vicenda Zarate, col passare dei giorni, è sempre più misteriosa e senza una spiegazione. Sicuramente la vicenda familiare legata alla malattia della moglie ha influito molto nella serenità e nel modo di allenarsi dell’attaccante argentino. Di settimane, però, ne sono passate e lui il campo lo vede col contagocce con mister Sousa che per il momento preferisce non aggiungere altro sulla situazione.
Due misteri sui quale Pantaleo Corvino lavorerà nei prossimi per capire se saranno ancora utili alla causa viola oppure si potrà pensare a una loro cessione già dal mercato di gennaio. Certo ‘ che poi serviranno alternative valide, non solo per la panchina se la Fiorentina vorrà continuare a lottare per un posto in Europa.
Di
Gianni Ceccarelli