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Il 3-5-2 e il ruolo di Chiesa: tra duttilità e ‘talento (dis-)perso’

La forza offensiva della Fiorentina all’Olimpico è tutta in quella giocata di Federico Chiesa: dribbling a grande rapidità nello stretto, palla a giro sul secondo palo e Lazio salvata dal miracolo di Strakosha. Era il minuto numero 64, di fatto resta l’unica occasione viola in 93′ di trasferta romana. Senza dubbio il giocatore più talentuoso della Fiorentina, il numero 25. Cuore e polmoni, soprattutto qualità e ‘strappi’, in grado di far male a ridosso dell’area avversaria.

Caratteristiche che ha fatto vedere a più riprese in questa stagione che lo sta pian piano consacrando, anche venerdì scorso contro il Cagliari nel 3-5-2. Pur largo a destra, a tutta fascia, Chiesa aveva ‘mangiato’ il diretto avversario Padoin, giocando costantemente alto, puntando spesso l’area e servendo, poi, l’assist per il gol partita di Babacar. All’Olimpico, invece, ruolo simile ma interpretazione molto più difficoltosa. Spostato a sinistra per far spazio, sulla fascia opposta, a Bruno Gaspar, Fede si è trovato di fronte un Basta che lo ha costretto spesso a difendere, così come le punte e i centrocampisti laziali che si inserivano sulla sua corsia. Chiesa, di fatto, era più un terzino che un esterno in grado di offendere, specie nel primo tempo. “Non l’avevamo preparata così, volevamo metterlo in condizione di fare l’uno contro uno”, ha commentato Pioli.

Già, in certe partite un Chiesa che parte da lontano può diventare un’arma in più (vedi Cagliari). In altre, se ‘imbrigliato’ tatticamente come all’Olimpico, diventa un talento perso. O disperso, lontano dalla porta, non messo in condizione di essere determinante. Uno dei pochi che, davvero, può fare la differenza in questa Fiorentina, con un guizzo, con una giocata. E seppur appena 20enne lo ha dimostrato spesso in questa sua seconda stagione in Serie A.

Tra duttilità tattica ed arma a portata ridotta: davvero giova alla Fiorentina tenere Federico Chiesa così lontano dalla porta avversaria? Nel 3-5-2 è una sorta di ‘equilibrista‘, in alcune situazioni può avere più campo per accelerare, ma senza dubbio resta più lontano dalla zona ‘calda’. Ricorda per evoluzione tattica il primo Bernardeschi, lanciato da Sousa a tutta fascia prima di essere spostato sulla trequarti. Chiesa ha le caratteristiche per fare tutto, ha gamba, grinta, intelligenza e forza. Ma soprattutto qualità e giocate determinanti. Che fare contro il Milan, squadra che gioca con il 4-3-3? Possibile che si ritorni al vecchio modulo, con i rientri di Badelj, Thereau e Laurini. E Chiesa spostato alto sulla fascia, nel tridente. Là dove può davvero far male, e molto, al compagno azzurro Donnarumma.

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