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Identità, continuità e una mission (quasi) impossible all’orizzonte: Europa davvero possibile?

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‘La Fiorentina ha una sua fisionomia, un suo modo di stare in campo’. Era questo il primo obiettivo di Stefano Pioli per la sua Fiorentina. Diventare squadra, avere un’identità. Al di là dei risultati, di valori tecnici più o meno sufficienti. Il percorso di crescita, al netto di scivoloni più o meno pesanti, ha prodotto una Fiorentina che corre, lotta, ha idee più o meno chiare. Sulla base di un 4-3-3 atipico, ma anche del 3-5-2 in corso d’opera. Nonostante sia una squadra che sbaglia, che non sta quasi mai ‘in partita’ per 90 minuti, che pecca di lucidità in alcune fasi di gioco, e di distrazione. Che davanti non sempre trova la combinazione giusta per arrivare al tiro. Ma ora la Fiorentina ha una sua identità.

Dopo quattro mesi di lavoro, ecco una prima bozza di squadra. Il ritorno alla vittoria dopo quattro partite con soli due punti ha dato una boccata d’ossigeno, e soprattutto ha valorizzato il pareggio dell’Olimpico contro la Lazio. Ora l’imperativo è dare continuità. Non solo di risultati ma anche di prestazione. Perché il prossimo ostacolo si chiama Napoli, da affrontare al San Paolo. E per la ‘piccola’ Fiorentina sembra una mission (quasi) impossible.

Se non fosse per quella voglia di giocarsela, adesso davvero, contro tutti. Il punto dell’Olimpico è stato il primo in questo campionato contro una big. Contro l’Inter non c’era stata storia, contro Juve e Roma si erano viste cose interessanti ma anche lacune decisive. Ora il test Sarri, contro Mertens e compagni. Che sono caduti contro la Juventus per la prima volta in questa Serie A. L’anno scorso Napoli-Fiorentina finì con un netto 4-1, e i viola non battono i partenopei da nove partite. Quello di adesso poi è un super Napoli: capolista per 11 giornate, ora deve rincorrere l’Inter (e nel prossimo turno ci sarà Juve-Inter, pericolo motivazionale in più per i viola di Pioli). Nel mezzo, per gli azzurri, la fondamentale trasferta olandese in Champions contro il Feyenoord, con la speranza del passaggio agli ottavi dopo essersela giocata per larga parte alla pari contro il Manchester City nel doppio incrocio.

Energie fisiche e mentali che si possono disperdere, con la Fiorentina che in settimana preparerà la partita per provare quanto meno a giocarsela, e a ribaltare pronostici che sulla carta sembrano scritti. Intanto, anche la classifica è tornata a sorridere, anche se nel ‘marasma ballerino’ che va dal 7° al 12° posto è facile scalare o perdere posizioni in graduatoria. Dalla mediocrità alla zona Europa, il passo è breve. Comunque per la Fiorentina essere tornata alla settima piazza è un piccolo step, visto che non ci stazionava da un mese e mezzo. Ventuno punti insieme a Bologna e Milan, davanti ad Atalanta, Torino e Chievo (tutte a quota 20). Un mini campionato di mezzo che potrebbe comprendere anche Samp (ora 6° a 26 punti) e Cagliari (13° a 16 punti).

Nessuno dall’interno della Fiorentina si pone obiettivi, né tra la dirigenza, né tra i giocatori. Tantomeno l’allenatore si sbilancia. Esser tornati settimi, però, all’alba del mese che segnerà una svolta cruciale per la stagione, è un dato positivo, considerate soprattutto le tante difficoltà di questi mesi. È davvero possibile centrare l’Europa? Primi veri bilanci a fine dicembre, al termine del girone d’andata. Ecco perché questo mese, tra Napoli, Genoa, Cagliari e Milan, con nel mezzo anche la Coppa Italia (la Samp agli ottavi, magari la Lazio ai quarti), rappresenta realmente un crocevia per Astori e compagni. Intanto, numeri alla mano, la Fiorentina tra le squadre in lotta è (forse) quella che più si ‘merita’ il 7° posto: settimo attacco, settima difesa, settima differenza reti, terza squadra per tiri in porta, seconda per corner calciati, prima per chilometri percorsi. Piccoli dati che ‘giustificano‘ la posizione e danno un senso alla perpetua altalena viola. Alla ricerca di continuità.

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