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Iachini, il mercato e… i giocatori: ora serve qualcosa in più da Chiesa e compagni

La squadra tornerà ad allenarsi oggi dopo le vacanze natalizie. Iachini spronerà i suoi a dare di più.

“Dai calciatori voglio consapevolezza. Nessuno di noi si aspettava di stare in questa situazione. Dopo il ko con il Cagliari la squadra mi ha detto che il loro obiettivo era l’Europa League. Poi c’è stato il Verona. Ogni partita deve essere una battaglia. Sono sicuro che Beppe è l’uomo giusto per questo”. Così ha parlato ieri Daniele Pradè alla presentazione di Iachini come nuovo allenatore viola. Un tecnico chiamato per l’attaccamento alla città, alla Fiorentina e ai tifosi, per la conoscenza del calcio italiano e della lotta salvezza, ma anche per la sua capacità di trasmettere grinta e determinazione alle sue squadre. “Io cerco di dare alle mie squadre anche mentalità e organizzazione di gioco, essere squadra in casa e fuori, avere un atteggiamento positivo”, risponde Iachini. Ma è innegabile che la ripartenza viola dovrà iniziare proprio dal punto di vista mentale.

GRINTA. “Lì farò correre”, ha detto ieri ad un tifoso Iachini, riferendosi ai giocatori. Un tipo di calcio dispendioso, quello che richiede l’ex tecnico di Empoli e Sassuolo. Necessità di dare tutto sul campo, di pressare, aggredire. Soprattutto, adesso, reagire. Non ho la bacchetta magica, conosco solo il lavoro sul campo. Si deve capire perché la squadra ha avuto queste problematiche. Ma penso e spero di riuscirci in poche settimane. Voglio trasmettere ai ragazzi la voglia di reagire ed essere orgogliosi della maglia che si indossa”. Valori e personalità che spesso sono venuti meno sul campo, per una squadra che ha racimolato 17 punti in 17 partite, che ha fatto un punto nelle ultime sei gare (due nelle ultime sette) e non ha battuto neanche una delle tre neopromosse (un punto tra Brescia, Verona e Lecce).

TESTA. Per questo da oggi pomeriggio Beppe (che nei giorni scorsi ha già chiamato tutti i giocatori, per iniziare a trasmettere le proprie idee) lavorerà soprattutto dal punto di vista mentale. Un problema sottolineato anche da Montella e prima ancora da Pioli, nonostante la squadra sia cambiata in molti elementi nell’ultima estate. Poca grinta evidenziata anche dal presidente Commisso nelle ultime partite, specie per le mancate reazioni nervose dopo i duri interventi subiti da Pezzella, Ribery, Chiesa e compagni. Atteggiamento che poi, nelle difficoltà, si materializza con sconfitte e prestazioni sottotono. “Voglio creare una squadra organizzata, con un atteggiamento e una mentalità che deve farci onore su tutti i campi. Questo voglio dai miei giocatori, sono convinto che hanno questi valori dentro”, ha aggiunto Iachini. Prima la testa, poi l’aspetto tattico (può lavorare sul 3-5-2 ma anche sul 4-3-3, oppure sulla novità con il trequartista) e quello fisico.

DARE DI PIU’. Da oggi starà ai giocatori assorbire la mentalità di Iachini. E reagire ad una stagione che si è fatta complicata. Perché la rosa, sulla carta, non è certo da 15° posto, per giunta con l’8° monte ingaggi del campionato. E se il deficit è molto negativo, vuol dire che in tanti hanno reso meno del dovuto. “Il gruppo si sente da Europa”, aveva detto Pradè anche un paio di mesi fa. Sensazione ribadita dai vari giocatori nelle interviste. Poi il crollo. Ora serve guardare partita dopo partita. E metterci qualcosa in più. Specie chi fin qui ha reso meno delle aspettative. A partire da Federico Chiesa, che di questa squadra – al netto della giovane età – dovrebbe essere la stella: due gol in campionato, tre partite superlative (di fila) contro Atalanta, Samp e Milan e poco altro. Non è mai stato un bomber, ma decisivo sì. E fin qui lo è stato solo in tre partite su 17: veramente poco. Il primo segnale l’ha dato, rimanendo a Firenze per curarsi dall’infortunio e rientrare il prima possibile. Ha rinunciato alle vacanze all’estero su richiesta di Iachini: un gesto molto apprezzato, ora deve svoltare anche sul campo. Come può e deve fare.

REAGIRE. E poi Boateng, arrivato con la 10 sulle spalle e mai incisivo. Ma anche Badelj, tornato per essere il ‘faro’ di centrocampo e fermo all’ottima partita contro il Milan. Per il resto, sempre insufficiente. Su Lirola garantisce Iachini, che già lo ha valorizzato al Sassuolo: “Deve essere più ignorante”, ha sintetizzato il tecnico, facendo capire bene la sua filosofia di calcio. Ci si aspetta un 2020 decisamente migliore per lo spagnolo, che come molti reduci dall’Europeo U21 ha deluso finora. Chissà che non possa trovare spazio anche Zurkowski, che proprio con i giovani polacchi destò ottime impressioni in estate: giocatore fisico e di gamba, definito da Montella, ma poco pronto a livello tattico. Con Iachini avrà una nuova chance. Così come magari Benassi, uno dei pochi a sapersi inserire in casa viola. E ieri il tecnico ha sottolineato proprio questo aspetto per curare il ‘mal di gol’. Capitan Pezzella è poi chiamato a trascinare i compagni fuori dalle sabbie mobili, così come Caceres e gli altri ‘esperti’ già citati: serve qualcosa in più soprattutto da loro. Aspettando Ribery, che non rientrerà prima di fine febbraio.

UNA CHANCE. In tanti poi saranno valutati da Iachini in ottica mercato. “Vorrei che il mister per 6-7 giorni valutasse la rosa al completo. Poi analizzeremo le situazioni una a una“, ha detto Pradè. E il pensiero va soprattutto a Pedro, investimento più alto dell’estate che ha giocato solo 59 minuti. Gli si può dare fiducia, oppure non è ancora pronto? La Fiorentina adesso non può permettersi di aspettare, perché davanti sarà dato spazio ad un altro giovane, Vlahovic, che ha già dimostrato di poterci stare. Pur senza accollargli sulle spalle tutto il peso dell’attacco (da qui la necessità di prendere un altro attaccante importante). Anche Ghezzal e gli altri hanno la possibilità di azzerare (quasi) le gerarchie prima del mercato. “Ci sono giocatori che hanno qualità inespresse. Faremo un punto di mercato per rendere la squadra più omogenea alla mia idea di calcio. Lavorerò perché la squadra sia sempre più figlia del suo allenatore. Io la squadra ce l’ho in testa, quante settimane ci vorranno vedremo”, ha detto Iachini. “La squadra che scenderà in campo dovrà dimostrare di essere squadra, nel gioco e nella mentalità. A me non interessa se un giocatore ha 18 o 35 anni. Dipende da quello che mi dimostrano i giocatori durante la settimana”. Lavoro e merito. È il mantra di Beppe. Che oggi ‘toccherà con mano’ il materiale a disposizione.

UNA MANO DAL MERCATO. Poi toccherà anche a Pradè. Che ieri ha chiesto pazienza e tempo per dare modo al nuovo tecnico di valutare il gruppo, mentre molti si aspettavano già qualche acquisto nei primi giorni di mercato. “Valuteremo Pedro e vedremo quello che ci porterà il mercato. A gennaio non è semplice, non sai quando ti si accende. Se oggi mi chiedete: ‘Hai una punta pronta?’. Non c’è oggi. Il mercato di gennaio ti si apre all’improvviso, devi essere bravo a cogliere le opportunità”, ha detto il ds. Chiamato, dopo i diversi flop del mercato estivo (fatto in fretta e furia, con tanti giocatori da piazzare), a mettere diverse toppe nel mercato ‘di riparazione’. Un esame importante anche per lui, rassicurato da Barone e Commisso ma sottoposto (inevitabilmente) al giudizio a fine stagione. Da Piatek a Cutrone, da Suso a Bonifazi, da Praet a Politano e Duncan: nomi, profili e idee che verranno condivisi con il tecnico. Con una quarantina di milioni in mano da poter investire. Stavolta serve non sbagliare.

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