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Iachini, fiducia a tempo. Cambiare modulo indispensabile, ma la Fiorentina è costruita male anche per altri sistemi

Iachini è in confusione e la fiducia è poca. Cambiare modulo è necessario, ma con questa rosa ci saranno problemi anche con altri sistemi di gioco

Sono giorni difficili in casa Fiorentina. La conferma a tempo di Iachini arrivata ieri non tranquillizza certo un ambiente deluso e una squadra poco serena. Per quanto potremo andare avanti con una conferma in base al risultato di una singola partita? Se Iachini vince a Parma viene confermato, ma se poi stecca la partita col Benevento ci risiamo. Una situazione di confusione che si protrarrà chissà per quanto tempo. Tutto da verificare, infatti, lo stato mentale dei calciatori: quanto ha ancora in mano la squadra il tecnico gigliato? In questo articolo non si parlerà però della situazione attorno al tecnico gigliato e dei suoi eventuali sostituti, concetti riguardo ai quali si sono scritti e si scriveranno fiumi e fiumi di parole, bensì di un altro aspetto. A Iachini si chiede immediatamente un cambio di sistema di gioco. Il che è auspicabile, ma non risolverà tutti i problemi della Fiorentina.

BASTA 3-5-2. Tutti, anche chi scrive, concordano sul fatto che il 3-5-2 non sia il modulo adatto a far girare al meglio i giocatori attualmente a disposizione di Iachini. Poteva esserlo fino a quando Chiesa era ancora in rosa ed era in grado di ricoprire il ruolo di esterno a tutta fascia, ma le incognite su Callejon quinto di centrocampo (detto che continuare a schierarlo da seconda punta è puro accanimento terapeutico) fanno sorgere diversi dubbi sull’attuale adattabilità a quel modulo.

Questo al netto degli infortuni, perché la difesa a 3 senza Pezzella risulta quasi incomprensibile, viste le difficoltà degli interpreti e l’assenza di una valida alternativa nel ruolo di centrale (Milenkovic fin qui appare assai meno incisivo come ‘libero’ che come marcatore nel centro-destra). Figuriamoci poi se si guarda alla sfida col Parma, quando mancherà anche Martinez Quarta (apparso molto confuso in campo all’Olimpico, anche prima dell’espulsione) e i difensori centrali di ruolo a disposizione di Iachini saranno solo quattro, volendo inserire anche il giovanissimo Dalle Mura.

LE VARIAZIONI. Tuttavia, in pochi si fermano a riflettere sulle alternative al 3-5-2. Prendiamo quello che sembra il sistema di gioco più opportuno con gli undici titolari, il 4-3-3. C’è sempre il problema di dove collocare Amrabat, ma salvo questo la Fiorentina rimetterebbe Callejon nella sua posizione preferita di ala destra, con Ribery a sinistra (unico neo: va ‘nascosto’ in fase difensiva) e una punta centrale. La Fiorentina ha poi tutti gli interpreti adatti per fare la difesa a quattro. Sia i centrali che i terzini.

MANCANO LE ALTERNATIVE. Il problema è che mancano le alternative ai titolari sulle fasce. In attacco la Fiorentina si ritroverebbe senza sostituti di ruolo di Ribery e Callejon. In caso di defezione di uno o di entrambi, si dovrebbe adattare Kouame (non è un esterno), Bonaventura (non fa più l’esterno da anni causa numerosi infortuni) o alzare Lirola. Lo stesso vale per il 4-2-3-1, il 4-4-2 o il 3-4-3: mancherebbero le alternative ai titolari sugli esterni alti. Se la Fiorentina giocasse con un 3-4-2-1 o con un 4-3-2-1, il sostituto ai titolari sarebbe uno tra Bonaventura e Castrovilli alzato sulla trequarti, ma ancora una volta ci ritroveremmo con un Callejon trequartista e quindi fuori ruolo, cioè come lo abbiamo visto nel secondo tempo contro la Roma.

ALCUNE IDEE. A prescindere da Iachini o da un suo eventuale sostituto, il problema permane. La soluzione? Insistere sul nuovo modulo (4-3-3 o 4-2-3-1 paiono i più ragionevoli con la rosa a disposizione) e adattare i calciatori in caso di defezione di Ribery o Callejon. Oppure, giocare con un modulo se gli undici titolari sono disponibili, variarlo in caso di defezioni. Non proprio il massimo per una squadra alla ricerca della sua identità. Infine, la soluzione che scontenta quasi tutti: proseguire col 3-5-2, pregando che Pezzella non salti più neanche una partita e che Callejon, con la crescita di condizione, possa ricoprire il ruolo di esterno a tutta fascia (sacrificando peraltro Lirola, uno dei pochi che in questo inizio di campionato si è parzialmente salvato). Proprio per la probabile assenza di Pezzella (e Quarta) e la condizione ancora precaria di Callejon, presentarsi a Parma con il solito 3-5-2 sarebbe difficile da digerire.

Con tutto ciò non si vuole scoraggiare un cambio di modulo, che anzi appare inevitabile nelle attuali condizioni e con questi giocatori a disposizione. Occorre tuttavia sottolineare che forse la squadra non è stata costruita così bene. Si è pensato a comprare i parametri zero, occasioni ben sfruttate dalla dirigenza viola che hanno portato sicuramente giocatori di valore. Ma nell’ultimo mercato sembra essere mancata la visione d’insieme, il progetto tattico da portare avanti. Su questo non c’è allenatore che tenga. Per fortuna che il mercato di gennaio è vicino. Sperando che non si ripeta lo stesso errore: comprare giocatori validi a prezzo di saldo, ma senza seguire una pianificazione.

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