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Iachini ancora viola ‘perché sì-perché no’. Sbagliare (ancora) tecnico sarebbe fatale

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Iachini ancora viola perché sì, Iachini ancora viola perché no. Tutti gli aspetti da tenere di conto per la Fiorentina. Scelta da non sbagliare (di nuovo)

La scorsa estate ne sono stati commessi di errori. Capita, quando rilevi una società di calcio a giugno e devi ricostruire il tutto con tempi ristretti. Venendo, per altro, dall’altra parte del mondo. E col senno del poi, la decisione di confermare come allenatore della Fiorentina Vincenzo Montella, si è rivelato un errore. Daniele Pradè aveva intuito che forse sarebbe stato meglio cambiare, ma Commisso volle dare all’aeroplanino una chance. Esito: scelta sbagliata, poi corretta (forse tardivamente) in corsa.

HUMANUM EST. ‘Errare humanum est, perseverare autem diabolicum’ dicevano i latini. E dopo aver dovuto cambiare rotta, sbagliare di nuovo guida tecnica ai nastri di partenza sarebbe un altro autogol per una Fiorentina che nelle intenzioni della proprietà (a parole ma anche con i fatti) punta a fare già dalla prossima stagione un salto di qualità. Ecco perché la posizione di Beppe Iachini dovrà essere valutata molto attentamente dalla Fiorentina. Lui, dal canto suo, continua a ribadire il suo amore per Firenze e la maglia viola, come ha sempre fatto. E con la testa continua ad essere focalizzato solo e soltanto sul bene della sua Fiorentina. Anche in tempi di pandemia. E se la stagione dovesse ripartire, Iachini, sa che dovrà giocarsi tutte le sue carte per guadagnarsi una conferma non scontata al cento per cento. Nel suo contratto c’è una penale, che la Fiorentina potrebbe pagare per cambiare allenatore.

BEPPE PERCHE’ SI’. I risultati parlerebbero per lui. Raddoppiata o quasi la media punti, allungato il gap con la zona calda della classifica, vittorie importanti contro Napoli e Atalanta, solidità difensiva e attaccanti più prolifici. Oltre all’aspetto psicologico che ha reso alla Fiorentina calciatori dal tutt’altro volto. Lirola, Chiesa, ed altri si sono trasformati. Sia nel rendimento che nell’atteggiamento. Non è un mistero che sulla svolta emotiva di Federico abbia inciso molto il rapporto con Iachini. E se nel futuro di Chiesa c’è sempre con maggior probabilità la Fiorentina Commisso lo deve anche al mister che ha saputo toccare le corde giuste.

Ha messo, e molto, bocca sul mercato di gennaio Iachini, indirizzando Pradè e gli altri su Duncan, dicendo la sua su Kouame, ed anche su Amrabat. Trittico di innesti per i quali Commisso ha sborsato oltre 60 milioni. Aspetto che può far indurre ulteriormente a pensare che Iachini possa essere nelle idee della Fiorentina ancora il tecnico viola. La grinta che ha sempre messo in campo e in allenamento ha fatto innamorare Commisso, che lo ha sottolineato più volte di come anche lui, da calciatore, fosse così arcigno in campo. Il cambio di passo fisico che ha saputo dare ai suoi Iachini non è passato inosservato.

BEPPE PERCHE’ NO. Ci sono anche, tuttavia, una serie di aspetti da non sottovalutare. Iachini non ha mai lottato per traguardi che si è posta la Fiorentina per l’anno prossimo, e non vi sono certezze o precedenti che possano dire se possa essere o meno all’altezza (anche emotivamente). Il gioco, inoltre, non è stato tra i più spumeggianti. E se in questa prima parte di avventura è stata soprattutto la classifica, e le esigenze di risalire immediatamente la china, a dettare un atteggiamento da ‘prima non prenderne, poi provare a darne’, dal futuro e con gli investimenti fatti la Fiorentina si aspetta altro. Se Iachini sia o meno in grado di far fare alla Fiorentina una salto di qualità non lo si può sapere.

IL CAMPO. Tutte valutazioni che la dirigenza viola dovrà fare con estrema attenzione. Sbagliare, di nuovo, la scelta potrebbe allungare ancora i tempi di una crescita che già quest’anno Commisso e i suoi si aspettavano potesse essere ad un punto un po’ più avanzato. Se la stagione dovesse ripartire Iachini avrebbe ulteriori chances di guadagnarsi la conferma attraverso il lavoro ed il campo, unico che di solito è autorizzato a dare le sue sentenze. In assenza di calcio giocato, però, il compito si farebbe più arduo. Ma comunque decisivo.

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