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I tanti dubbi di un progetto indecifrabile

Buio. E oltre il buio? Chissà. Domenica di poco calcio e pochissimo orgoglio. Fiorentina confusa e persa, Verona motivato e acceso quel che basta per fare fuori una squadra impaurita dalla propria pochezza. E così oggi si parlerà solo della contestazione, qualcuno dirà (e lo ha già detto), che è tutta colpa di chi non si sente rappresentato da questo fantastico progetto. E’ il clima che non aiuta. La responsabilità è sempre di altri, perché è più facile, perché la cultura dell’ego prima di tutto è sempre buona da tirare fuori per sparare nel mucchio, perché per ammettere di aver incassato un sacco e speso maluccio serve vero carattere e grande personalità. Ma non è questo il caso.

È evidente che la Fiorentina non è questa. La squadra di Pioli è un po’ più (non tantissimo) di quella che si è abbandonata tra le braccia del Verona del contestatissimo Pecchia e ha incassato sette gol in due partite. A chi parla di clima velenoso e di presunti nemici è bene ricordare anni di contestazioni a Lotito, che però qualcosa ha vinto lo stesso grazie anche a un bravo diesse, ma in realtà basta anche mettere sul piatto quelle che hanno portato Pecchia sul patibolo e di come l’allenatore del Verona è riuscito, almeno per ora, a scappare dall’onta del licenziamento. Servono attributi, appunto. E padroni al comando, con i loro pregi, difetti ed errori, ma comunque alla guida della loro squadra.

Basta così, tornare a elencare le responsabilità serve a poco. A inizio stagione, pur con tanti dubbi, Firenze si era schierata sulla strada di questa strana ripartenza. Aveva accettato lo smantellamento di un gruppo in nome del bilancio e di un’idea di futuro spostata un po’ più in là. Arcobaleni viola e Champions, giovani italiani e colpi a sorpresa. Tutti, o comunque tanti, hanno voluto crederci, perché il calcio è bello anche per la sua capacità di farti (auto) illudere per puro amore. Poi scopri l’assoluta normalità di una squadra che non solo non cresce, ma semmai arretra, e fai i conti con dei dati che non ti fanno sorridere. Dov’è il brillante futuro in questa Fiorentina? Chiesa? Sì, ammesso che resti qui a lungo, cosa non certo facile da immaginare. E poi? E i giovani italiani si trasformano in francesi di mezza età (calcistica) forse suggeriti dallo sponsor tecnico, che in Francia produce.

Niente di male, figuriamoci, per noi la Francia è la nuova Serbia, ma resta il fatto che tecnicamente questa resta una squadra incapace di farti sognare, per quanto tu ti sforzi di spostare il sogno più in là. Ma alla fine, quando ti contestano, chiunque tu sia, forse due domande sul tuo operato dovresti fartele. E vogliamo sperare che due domande ai loro dirigenti i Della Valle gliele abbiano poste. E non solo per parlare del bilancio, ci auguriamo. In tutto questo marasma c’è un allenatore che cerca di incassare senza darlo troppo a vedere. Anche a lui sono state fatte promesse poi non mantenute. Ma forse lo sapeva, perché anche Pioli naviga nel pallone da una vita.

Anche lui ha le sue responsabilità, ma nessuno si era illuso che improvvisamente si trasformasse in Guardiola con questi giocatori. Di solito, quando la Fiorentina attraversa questi momenti iniziano le fazioni tra colpevolisti. La società scarica su questo e quello, altri sul tecnico, poi ci sono i tifosi e i giornalisti non perfettamente allineati. Un gioco al massacro un po’ isterico e poco utile alla causa comune, soprattutto se chi gestisce la baracca cerca sempre i responsabili altrove.

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