Ma che fine hanno fatto le pianticelle viola che Corvino aveva orgogliosamente messo a dimora e che, per un motivo o per un altro, sono rimaste nella serra, o meglio, sulla panchina? Andando a ripercorrere l’utilizzo di alcuni giovani il super sfruttamento dei big è inevitabile. Qualche cifra per rendere chiaro il concetto. Chiesa aveva iniziato alla grande, debuttando dal primo minuto contro la Juventus a Torino, salvo poi uscire dopo un tempo, per poi ‘scomparire’ a lungo prima di tornare sotto i riflettori nelle ultime partite. Quattro apparizioni in campionato durate in tutto 105 minuti, cioè 26 di media. Decisamente peggio è andata a Hagi (classe ’98), Diks (’96) e Toledo (’96). Il figlio d’arte ha debuttato a Cagliari per 19’, mentre il difensore olandese si è dovuto accontentare di soli 7 minuti. Meglio di Toledo che fino a questo momento ha giocato solo con la Primavera con sorti alterne, per la verità, prima di infortunarsi. Un po’ poco per quello che era forse il più atteso di tutti i giovani arrivati questa estate.
Pianticelle un po’ cresciute sono Cristoforo (classe ’93) e Olivera (’92), ma anche per loro il campo è arrivato a singhiozzo per il primo, un po’ meglio per Maxi. Ma siamo sempre lontani a un possibile utilizzo che si avvicini ad una vera e propria alternativa per i ‘titolarissimi’. Cristoforo è stato impiegato per 46’ in tre occasioni (15’ la media), mentre l’ex Penarol è stato impiegato in due occasioni per un totale di 144’ (72’).
I due senior senior sottoulilizzati sono Babacar e Zarate. Per quest’ultimo il discorso è ormai diventato un caso. Per Baba invece, il discorso è più articolato nella sua semplicità. Sono cinque fino ad ora i gol segnati dal numero 30 viola, utilizzato in campionato per 326’ in sei partite (54’ di media). L’ultimo in coppa contro il Liberec in Repubblica Ceca. L’ultima apparizione sotto il diluvio contro il Crotone, poi più niente. Magari contro la Samp la sua presenza poteva essere utile. La riprova non esiste, ovviamente, ma il suo innesto avrebbe teoricamente dato maggiore pericolosità all’attacco viola. Come del resto Zarate, anche se per l’argentino ormai pare sia arrivato il momento dei titoli di coda. Se in due partite – in Europa League e campionato – sono arrivati due ‘ne’ (non entrato per decisione dell’allenatore) consecutivi, difficile pensare che alla ripresa delle ostilità per Zarate Kid ci possa essere un’inversione di tendenza. I numeri per lui parlano chiaro: 68’ (22’ di media) in campionato, spiccioli in Europa League. E’ probabile che a gennaio le strade dell’argentino e della Fiorentina si separeranno con reciproca soddisfazione. Peccato. Ma se dovesse partire sarà necessario rimpolpare il reparto degli attaccanti che, altrimenti, avrebbe un’altra ‘coperta corta’.
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Redazione LaViola.it