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I sette giorni di Montella: Commisso controcorrente, ma vuole risposte

Ieri il presidente della Fiorentina ha parlato con dirigenti e squadra al centro sportivo: ha confermato l’allenatore perché ha visto i progressi. Ma servono risultati.

Che fosse diverso dagli altri presidenti, s’era capito subito. Entusiasmo, chiarezza, voglia di stare in mezzo alla gente, coraggio nel prender posizione anche (se necessario) contro tutti. Rocco Commisso s’è abbattuto come un ciclone sul calcio italiano e chissà, pian piano, riuscirà a cambiarne vizi e (cattive) abitudini. Quella, tanto per citarne una, di cambiare allenatori come fossero pile di un telecomando. Così scrive il Corriere Fiorentino.

NIENTE ESONERO. Alzi la mano chi, sabato sera, subito dopo la sconfitta con il Lecce non ha pensato che fosse giunta l’ora di esonerare Vincenzo Montella. Le premesse, c’erano tutte: la terza sconfitta consecutiva, i fischi dei tifosi, una classifica che inizia a farsi preoccupante. Dalla zona Europa alla parte destra della classifica, che tanto fastidio suscita (anche) a Rocco, e con soli sei punti di vantaggio sulla zona retrocessione. In un mese da incubo (1 punto in tutto novembre) la Fiorentina è precipitata. Eppure, Commisso non ha agito come avrebbe fatto la stragrande maggioranza dei suoi colleghi italiani. E così, nella patria dell’esonero facile (a Brescia, per esempio, sta per tornare Corini, al posto di Grosso), ha scelto di andare avanti con Montella, e ci i ha messo, come sempre la faccia.

REAZIONE. Ieri mattina, prima di pranzare nel Chianti con la famiglia, Rocco è stato al centro sportivo: ha parlato con la squadra e con l’allenatore. Il presidente ha analizzato la prestazione, senza fermarsi al risultato, si è confrontato con Pradè e Barone, e ha deciso di andare avanti perché col Lecce, rispetto a Cagliari e Verona, ha visto una squadra. Che, almeno dal punto di vista caratteriale (ed era quello che lui pretendeva) ha dato le risposte chieste nel corso della settimana. Certo, questo non significa che Commisso (e con lui i dirigenti) non siano consapevoli di quanto il momento sia delicato.

SETTIMANA DECISIVA. E la settimana che inizia oggi sarà, comunque, decisiva. Anche per l’allenatore. Il Cittadella prima (domani alle 21, in Coppa Italia) e il Torino domenica. Due partite che, molto probabilmente, decideranno il futuro di Montella. Perché vanno bene i progressi nella prestazione, ma non bastano. Servono anche i risultati.

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