Editoriali
I nodi tornano al pettine, un’altalena continua. Il 2023 in campionato è da zona retrocessione. Commisso difende i suoi e chiede sostegno
Le coppe possono salvare la stagione, ma in campionato la Fiorentina non riesce a reagire. Fischi e cori irritano tecnico e presidente: i risultati per cambiare l’umore dei tifosi
Ventiquattro punti dopo 21 giornate di campionato. Nona sconfitta in Serie A, quarta in casa. Vittorie soltanto contro le ultime sei. Se la Fiorentina credeva di essere uscita dal momento difficile, si sbagliava. E non solo per il solo punto raccolto nelle ultime quattro partite di campionato, ma anche perché dopo due prestazioni comunque convincenti puntualmente è mancata la riprova. O meglio, riprova c’è stata, ma del fatto che sia una stagione da vivere sull’altalena continua. Non solo dei risultati, ma proprio delle prestazioni. Dell’atteggiamento, delle idee, dell’identità. Quando credi di aver ritrovato una strada giusta, ecco che arriva un nuovo inciampo. C’è la semifinale di Coppa Italia da giocarsi, un playoff di Conference presto da disputare e un 7° posto comunque lontano 6 punti (ma con 5 squadre ad oggi davanti, in attesa della Juve). Ma il dopo-Bologna non può che riaprire vecchie problematiche di questa squadra.
SOLITI DIFETTI. Dal tipo di gioco ormai contrastabile da tante avversarie alle difficoltà nella finalizzazione, così come ai cronici errori di attenzione difensiva. Contro il Bologna è mancata poi la reazione al secondo gol preso: c’era tutto un tempo da giocare, oltre mezz’ora con le quattro punte in campo. Ma la Fiorentina non ha prodotto niente. Forse da lì nascono i fischi, che pure hanno in realtà radici più profonde. Di una stagione nata con alte aspettative e vissuta fin qui decisamente sotto ritmo, di acquisti che non stanno rendendo, di una squadra che ha deluso troppe volte. La società ha difeso più volte la rosa e le scelte fatte, per ultimo Pradè a chiusura di sessione invernale. Ma il campo fin qui non sta dando ragione.
RITMO RETROCESSIONE. Anche l’avvicinamento al 2023 era condito da ottimi propositi, da tante aspettative. La Fiorentina aveva chiuso lo scorso anno solare in crescita, aveva disputato una buona preparazione invernale. Ma i numeri parlano chiaro: nelle 6 gare del nuovo anno in campionato sono arrivati appena 5 punti, con 1 vittoria contro il Sassuolo (su rigore al 91′), 2 pareggi (contro Monza e Lazio) e 3 sconfitte (Roma più Torino e Bologna in casa). Era difficile aspettarsi il bottino pieno, chiaramente, ma almeno una decina di punti erano alla portata e nelle speranze di tutti per riportarsi in corsa-Europa. Specie dopo la penalizzazione della Juve. Invece niente. Il trend parla di ritmo-retrocessione nel 2023: peggio hanno fatto solo Cremonese (1 punto), Sampdoria (4) e Salernitana (4, ma in campo nel posticipo con la Juve). Cinque punti, come i viola, li hanno fatti invece il Milan in caduta libera, l’Udinese e lo Spezia. Il Bologna e il Monza ad esempio ne hanno fatti 10, Torino ed Empoli 9, solo per citare quelle di poco avanti alla Fiorentina. Sempre 9 punti li ha fatti il Verona, 8 il Lecce. E in queste sei partite i viola hanno segnato appena 5 gol, restando a secco in due occasioni e vincendo solo quando hanno segnato due reti.
COPPE. Nel frattempo, a gennaio, sono arrivate però anche le vittorie in Coppa Italia. Contro la Samp e il Torino in casa. Successi importanti per una semifinale bissata, anche se il percorso rispetto allo scorso anno (quando i viola vinsero prima a Napoli e poi a Bergamo) è stato decisamente diverso. Non c’è niente di facile nel calcio (specie per questa Fiorentina), ma il coefficente di difficoltà era ben differente Così come in Conference: dopo il fondamentale passaggio del preliminare contro il Twente, il girone europeo è stato sì passato, ma da secondi. Insomma, una Fiorentina più convincente (soprattutto in casa contro il Riga, gara alla fine decisiva) avrebbe potuto anche evitare il playoff contro il Braga e andare direttamente agli ottavi.
COMMISSO IN DIFESA. In tutto questo i tifosi hanno iniziato a non gradire. Con fischi ripetuti allo stadio, qualche coro e uno striscione. Non si parli di contestazione, che sono ben altre. Ma se Italiano aveva giudicato “eccessivo” a caldo il coro “fate ridere“ della Fiesole, anche Commisso è intervenuto a difesa della squadra e della società: “Difendo squadra, allenatore e tutta la società che ogni giorno vengono infamati. I cori contro non sono giusti, sono una porcheria. Queste porcherie si vedono a Firenze. Invece di difendere la squadra, qui arrivano le critiche”. Insomma, un appello alla piazza a stare vicino alla squadra e alla società (“Più verranno criticati e più starò loro vicino”, riferito ai dirigenti), anche se giova ricordare che durante le partite il sostegno dei tifosi non è mai mancato. Anzi. Si ricordi anche la spinta della Fiesole dopo il 4° gol preso in casa contro la Lazio. Da altre parti, davvero, difficilmente succederebbe.
FARE RISULTATI. Modo per riportare Firenze dalla parte di squadra e società c’è, ed è quello di fare risultati. Quelli, nel bene e nel male, condizionano i giudizi. Come successo lo scorso anno, con un 7° posto (settimo) elogiato da tutti dopo anni difficili. Ci si aspettava continuità, questo sì, in primis da dentro la Fiorentina se si parlava di “migliorare l’anno passato” e qualcuno addirittura di Champions. Se la realtà parla di 24 punti in 21 giornate in campionato, però, con sole 4 vittorie su 11 gare casalinghe, è dura che i tifosi non fischino. Così come hanno applaudito dopo la semifinale conquistata in Coppa mercoledì sera. Il presidente chiede sostegno e vicinanza, la squadra (e con lei la società) ha tutti i mezzi per evitare le critiche. A partire da domenica allo Stadium.
