
L’avvocato viola alla Polizia Postale di Firenze. Si valuta un’azione civile, difficile invece avere la meglio con quella penale
Cesare Prandelli è rimasto veramente amareggiato, oltre che offeso, per le cialtronerie che è stato costretto a leggere su alcuni social dopo il suo messaggio in cui annunciava le dimissioni da allenatore della Fiorentina. La società Viola si è indignata per questa campagna di denigrazione. I cosiddetti ’leoni da tastiera’, i coraggiosi dietro lo schermo di un pc, hanno passato il segno, tanto è vero che la società ha chiesto al legale di fiducia, Nino D’Avirro, di intervenire presso la Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Firenze, per valutare l’ipotesi di una azione penale. Così scrive La Nazione.
L’avvocato ha avuto un lungo colloquio con la dirigente del compartimento di Firenze, Alessandra Belardini. Una azione penale, hanno convenuto alla fine, ha scarse possibilità di successo perché i provider risiedono all’estero, negli Stati Uniti, e fanno riferimento alla legislazione e alla policy di quello stato. La possibilità dunque che i giganti del web possano cercare informazioni da passare all’Italia violando la loro policy è quasi nulla. Invece salvando sui propri apparecchi i messaggi crittografati end-to-end più odiosi, si può trascinare in un giudizio civile per diffamazione con richiesta di risarcimento del danno, gli odiatori più ingombranti e malevoli. Si può fare celermente al tribunale civile di Firenze con ottime probabilità di successo.

Di
Redazione LaViola.it