Queste le parole del mister della Fiorentina Primavera Federico Guidi ai microfoni di Radio Bruno: “Non posso parlare di delusione, quando riesci ad arrivare fino in fondo alla manifestazione più prestigiosa non può esserci delusione. La partita è stata interpretata bene, sapevamo che davanti avevamo un Inter con molta più fisicità. Ci abbiamo provato, non ci siamo riusciti. Però resta la grande cavalcata che i ragazzi hanno percorso durante questa stagione. E poi onore agli avversari che hanno vinto”.
“Impegno dei ragazzi? Spesso durante la stagione quando non arrivavano i risultati questi ragazzi sono stati etichettati come leziosi e presuntuosi. Io li vedevo allenare quotidianamente e vedevo grande voglia, grande spirito, grande voglia di migliorarsi. A volte non siamo riusciti a metterlo in mostra, però nell’arco di una stagione può succedere. In queste finali è emerso questo: grande sacrificio, umiltà, voglia di migliorarsi. Ringrazio i tifosi che ieri ci hanno incitato tantissimo. Volevamo renderli orgogliosi, ma il fatto che a fine partita ci abbiano chiamato sotto di loro intonando: ‘Vi vogliamo così’ nonostante la sconfitta significa che i ragazzi sono riusciti a mettere in mostra qualcosa di importante”.
“Giovani ragazzi a Moena? Per un allenatore del settore giovanile la missione più importante è riuscire a proiettare il maggior numero possibile di calciatori nel calcio professionistico. L’errore che si può fare su un settore giovanile è quella di valutare squadra, allenatore e staff solo in base al risultato. Porto spesso l’esempio di Chiesa: l’anno scorso la politica societaria è stata chiara: quella di ringiovanire la rosa anticipando molti 99 e molti 98. Chiesa era uno dei trascinatori di quella squadra. Non abbiamo vinto, però a fine anno abbiamo consegnato un giocatore figlio del settore giovanile pronto per la prima squadra. Ci ha dato grande spinta per continuare su quei concetti. Quest’anno la squadra era in età e siamo stati protagonisti per tutta la stagione. Auguro a gran parte dei ragazzi di far parte del ritiro di Moena oppure fare un percorso diverso, come quello di Mancini, Bandinelli o Capezzi. Le statistiche dicono che le squadre che raggiungono la finale scudetto hanno 5-6-7 calciatori che poi in un futuro faranno parte dei grandi. Per un allenatore di un settore giovanile non c’è vittoria più bella”.
“Nomi? Ricordiamo che non hanno fatto parte di questa spedizione Chiesa ed Hagi, giocatori molto importanti già lanciati in prima squadra. Forse avremmo vinto il titolo italiano ma avremmo tarpato le ali ai vari Trovato, Gori, Mlakar, Sottil. Non bisogno mai perdere di vista l’obiettivo primario. Sottil ha avuto una crescita esponenziale, Gori si è messo in mostra, Mlakar e Perez hanno già esordito in prima squadra. Castrovilli è stato il trascinatore (essendo il giocatore con più esperienza) ed è stato bravo a colmare la sua lacuna: a Bari era un trequartista, secondo me può diventare un centrocampista moderno a tutti gli effetti, abbina a qualità offensive anche qualità difensive. Diakhate purtroppo dato l’infortunio di Valencic si è dovuto cimentare in un ruolo che non esalta al massimo le sue potenzialità, però lo ha fatto crescere”.
“Cosa mi porto dentro da questa esperienza? Tanto, perché io sono fiorentino e porterò la famiglia viola nel cuore. Il calore che c’è in questa città non è equiparabile in nessuna altra parte d’Italia. E’ vero che a volte sei sotto critica, ma sono critiche che vengono dall’amore per la maglia viola. Ringrazio la famiglia Della Valle, quando rimani 12 anni dentro la famiglia Fiorentina significa che hai dato tanto e ti sei legato ai valori della società e della famiglia. E se ti tengono 12 anni vuol dire che c’è stima reciproca. Ringrazio il direttore Corvino che mi ha voluto 12 anni fa, il professor Vergine con il quale ho condiviso la quotidianità di ogni allenamento”.
“Futuro? Sto cercando di valutare il progetto, ho avuto offerte da squadre di Lega Pro e Serie B voglio trovare una società che abbia fiducia in me. Starò molto attento senza farmi prendere dalla frenesia. Tornare alla Fiorentina un giorno? Sarebbe un sogno tornare sulla panchina più prestigiosa della società che ti ha cresciuto. Sarebbe il coronamento di un percorso e soprattutto sarebbe bellissimo entrare al Franchi, davanti a quei tifosi che amo tantissimo con il giglio sul petto. C’è qualcosa in più a livello motivazionale”.
Di
Redazione LaViola.it