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Guidi: “A Chiesa facevo vedere le giocate di Robben. Hagi talento straordinario, Toledo…”

«Ma lo sa che è l’allenatore più longevo della Fiorentina dei Della Valle?». Federico Guidi, allenatore della Fiorentina Primavera, ha l’età di Totti (40 anni) e il viola nel sangue: «Sono 12 anni che vivo nella famiglia viola — dice lui — una bella responsabilità».

Mister, perchè per un giovane è così difficile arrivare in serie A?
«Non è un problema di talento, ma è un sistema sbagliato. È stata abbassata l’età media del torneo a 19 anni e la distanza con il professionismo è aumentata ulteriormente».

Soluzioni?
«Le seconde squadre. Non ci sono solo fenomeni come Donnarumma, in pochi a 18 anni hanno finito il percorso di maturazione. Se i nostri giovani giocassero in una squadra legata al club, il talento si disperderebbe meno»

Come è il rapporto con Sousa?
«E’ una collaborazione continua, è attento al nostro lavoro. Quando mi manda i suoi giocatori, mi chiama per avere una relazione dettagliata».

Peccato che non siate nello stesso centro sportivo.
«Questo è un tasto dolente. Il problema delle strutture porta dispersione di talento. Il nostro settore giovanile gioca in 4 impianti diversi. Prendiamo l’Empoli: avessimo il loro centro sportivo di Monteboro, in prima squadra ci sarebbero almeno 2-3 Chiesa in più. Comunque a Firenze c’è il talent scout numero uno. Come Corvino ce ne sono pochi».

Parliamo di Chiesa. Lei lo ha visto crescere.
«E lo cito spesso come esempio di professionalità. Per me è come un figlio. Vi assicuro che non gli è stato regalato nulla, anzi. E’ cresciuto proprio dai fallimenti, ha una sorta di amore per il calcio. Abbiamo passato pomeriggi interi a rivedere i movimenti dei suoi modelli, Robben in primis. Se corri come lui forse arrivi in A, gli ripetevo, e lui rideva».

Quando ha capito che aveva qualcosa in più degli altri?
«A Reggio Calabria con gli Allievi. Fece un gol incredibile, mettendo la palla all’incrocio. Iniziai a parlare di lui ai selezionatori azzurri: ancora oggi mi ringraziano».

E quando lo ha visto titolare con la Juve?
«Avevo visto le formazioni ma non ci credevo, allora ho chiamato il mio vice Riela e gli ho chiesto di controllare su internet, credevo ci fosse un errore. Mi vengono i brividi a ripensarci».

Ha allenato anche Hagi jr e Toledo. Come li valuta?
«Ianis è un talento straordinario, in pochi alla sua età hanno le sue qualità e umiltà. Hernan è forte ma sta accusando una condizione precaria e un calcio nuovo».

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