L’ex giocatore viola ha parlato della formazione di Italiano che mercoledì sfiderà il West Ham in finale di Conference League
«Fiorentina, fai come noi». A dirlo è Vincenzo Guerini che della Fiorentina (e del calcio italiano) è stato uno dei giovani calciatori più promettenti fino a quando il destino, malignamente in agguato sull’Autostrada del Sole a un passo da Firenze, gli ha portato via speranze, sogni e carriera in un incidente stradale. Novembre 1975. Poche settimane prima, il 3 settembre, Guerini aveva segnato il gol con cui la squadra viola aveva vinto 1-0 l’andata della finale di Coppa di Lega Italo-inglese. Avversario il West Ham, guarda un po’. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.
UNO A ZERO BIS
«Era un appuntamento prestigioso. Che si disputava tra la vincente della Coppa Italia e la Coppa di Lega inglese. Ancora più prestigioso in quell’anno, come l’anno poi a seguire, in quanto la vincitrice della Coppa di Lega era stata sostituita da chi aveva conquistato la Coppa d’Inghilterra nella stagione precedente. Ovvero l’evento in assoluto oltre Manica con un happening speciale a Wembley per partecipazione popolare, cultura sportiva, impatto mediatico. Il West Ham appunto, mentre noi avevamo vinto la Coppa Italia 1974-75».
Uno a zero a Firenze, gol di Guerini al 19’. Ma la sfida prevedeva anche un ritorno e la Fiorentina allora allenata da Carlo Mazzone fu capace di concedere il bis anche a Londra il 10 dicembre. Uno a zero con rete di Speggiorin (curiosamente sempre al minuto 19’) per consentire a capitan Merlo, con Antognoni ventunenne già a distinguersi per tecnica e capacità, di alzare il trofeo.
PUNTI IN COMUNE
«La seconda partita ovviamente non solo non l’ho giocata, ma nemmeno più ricordo quello che è successo nei novanta minuti in casa nostra. L’incidente e le preoccupazioni per la gamba, gravemente ferita che ancora mentre ero all’ospedale non sapevo se i medici sarebbero riusciti a salvarla, hanno cancellato quel periodo. Dai racconti dei miei compagni e delle cronache dei giornali, so che riuscimmo con la nostra qualità ad avere ragione della fisicità degli “Hammers”. Che poi in stagione sarebbero arrivati in finale di Coppa delle Coppe a dimostrazione della loro forza.
Perché eravamo poveri ma belli. Pieni di talento nei tanti ragazzi che venivano fuori dal vivaio viola. L’unica vera risorsa mancando un Della Valle o un Commisso alle spalle con grandi potenzialità economiche. Era davvero una bella Fiorentina. Era davvero un bel gruppo. Provando a fare un confronto con tutte le cautele e con tutti i paletti imposti dai tempi differenti, credo che ci siano punti in comune tra quella sfida e quella che si giocherà mercoledì a Praga».
CI PENSA CASTROVILLI
Ragioni tecnico-tattiche. Di modo di interpretare il calcio, insomma, per Vincenzo Guerini. «A distanza di quasi mezzo secolo lo scenario è simile. Continuo a pensare che il gioco, l’organizzazione e la qualità della squadra di Italiano possano fare ancora la differenza. Ho fiducia per Praga, molta fiducia. Intanto, la Fiorentina ci arriva sulla scia della vittoria di Reggio Emilia, a sua volta successiva al 2-1 alla Roma. E la vedo ben proiettata per approccio di testa, mentalità e forma.
Metterei la firma se ripetesse prestazioni e occasioni fatte contro l’Inter all’Olimpico. Se Biraghi e compagni hanno più concretezza e riescono a evitare qualche errore, la dominano sul piano del gioco e portano a casa la Conference League. Chi spero che la decida? Castrovilli. Ho simpatia per lui: mi piace come tipo di centrocampista, è giovane e con il marchio Fiorentina».
Di
Redazione LaViola.it