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Rassegna Stampa

Gudmundsson, Palladino ha bisogno della sua imprevedibilità

Gudmundsson - Fiorentina

Fin qui solo 503 minuti in campo con la Fiorentina per il fantasista islandese

Come scrive il Corriere Fiorentino, Firenze ha visto di rado Albert Gudmundsson in campo, eppure ha continuato a coccolarlo, a proteggerlo e ad attenderlo a braccia aperte, così come Palladino. In viola dal 16 agosto scorso, l’islandese ha collezionato appena 503 minuti sul rettangolo verde in tutte le competizioni: un tempo esiguo, con una serie di infortuni che ne hanno rallentato il percorso di conoscenza reciproca coi compagni e di inserimento nella realtà viola. In piena estate fu il fastidio al polpaccio a tenerlo ai box, consentendogli di esordire solo il 22 settembre, con la doppietta dagli undici metri nel secondo tempo di Fiorentina-Lazio, match spartiacque del girone d’andata dei viola.

L’illusione durò un battito di ciglia, il tempo di quattro partite di campionato e una di Conference e un nuovo stop, stavolta al bicipite femorale, si contrappose tra l’islandese e la maglia viola. L’infortunio patito a Lecce lo scorso 20 ottobre ha fermato il classe 1997 dopo 3 gol in serie A, l’ultimo dei quali decisivo contro il Milan. Dopo aver saltato 8 partite Gudmundsson è rientrato in campo il 4 dicembre, nella sfavorevole gara di Coppa Italia con l’Empoli. Nei successivi 39 giorni l’ex Genoa è rimasto come a metà del guado, sì in campo e disponibile ma procrastinando l’appuntamento con il ritorno ai fasti del (recentissimo) passato.

Prima della gara del Franchi con il Napoli, nelle precedenti 4 apparizioni in campionato Gudmundsson aveva collezionato appena 168 minuti in campo, senza reti né assist, con appena 3 tiri totali di cui 1 solo in porta, contro il Bologna, ritrovando la via del gol solo in Conference, nel rotondo 7-0 con il Lask. In viola Gudmundsson non ha ancora disputato una gara nella sua interezza (l’anno scorso con il Genoa sono state 27 le partite di campionato in cui è rimasto in campo per tutti e 90 i minuti).

Per quanto mostrato a Genova, per l’investimento tecnico-economico della società e l’impatto di inizio autunno Gudmundsson ha meritato l’attesa e la pazienza di questi mesi — anche in virtù dei positivi risultati di squadra — ma è ineludibile pretendere dall’islandese un 2025 non più di attesa, ma di realizzazione e compiutezza.

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