L’islandese brilla con la sua nazionale ma continua a faticare in viola. La prossima settimana sarà decisiva per trovare il feeling con il nuovo mister
“Io non devo capire lui, è lui che deve capire me. E anche velocemente”. Questo è il monito che il nuovo allenatore della Fiorentina Paolo Vanoli ha lanciato, nella conferenza stampa di presentazione, a uno dei grandi enigmi di questo primo, drammatico scorcio di stagione viola. Si tratta di Albert Gudmundsson, il numero 10. Uno dei giocatori più raffinati tecnicamente della rosa adesso a disposizione di Vanoli e, sulla carta, uno di quelli che, più di tutti, sarebbe chiamato a fare la differenza.
L’INVESTIMENTO. Prelevato dal Genoa nell’estate 2024 con un prestito oneroso da 8 milioni di euro, l’islandese è stato riscattato lo scorso giugno per 12 milioni, ottenendo peraltro un considerevole sconto dal Grifone sulla cifra pattuita, inizialmente fissata a 17 milioni. Tutto questo nonostante una prima stagione, agli ordini di Raffaele Palladino, alquanto sottotono. Tanti infortuni – principalmente nei primi mesi -, 8 gol tra tutte le competizioni e, soprattutto, l’incapacità di affermarsi come leader tecnico della squadra, come tutti si aspettavano.
NIENTE SVOLTA. Al secondo anno la svolta non è ancora arrivata, anzi. La Fiorentina della nuova guida Pioli è affondata, e Gud con lei. Un paio di squilli in Conference League, contro Polissya e Rapid Vienna. Per il resto, una sequela di prestazioni impalpabili. Mai al centro del gioco, tantomeno incisivo nei pressi della porta avversaria. Un paio di centri su rigore e poco più. Qualche timido miglioramento si è visto domenica scorsa nello stadio della sua ex squadra, alla prima agli ordini dell’ex tecnico del Torino. Ma sembra ancora troppo poco.
I GOL IN NAZIONALE. La musica cambia completamente quando Gud prende il volo per la sua Reykjavik e sveste la maglia viola per indossare quella della sua nazionale. Con l’Islanda, da settembre, sono arrivati 4 gol e 2 assist in 4 partite, decisivi per tenere viva lotta con l’Ucraina per il pass per gli spareggi di marzo (domani lo scontro diretto decisivo). Soprattutto, sono arrivate prestazioni da leader. Sì, proprio quel ruolo che gli è stato richiesto fin dal suo arrivo a Firenze e che lui, fino a ora, non è mai stato in grado di fare proprio.
CAPIRE VANOLI. Dopo la battaglia campale di Varsavia contro l’Ucraina, Gud farà ritorno al Viola Park. Ed è qui che dovrà iniziare a rispondere subito al monito del suo nuovo allenatore. La Viola è ultima in classifica e, per uscire dalla gravissima crisi e iniziare a risalire la china, ha un bisogno disperato di servirsi dell’apporto dei suoi giocatori più talentuosi. Già a partire dalla partita contro la Juventus, la prima dopo la sosta. L’anno scorso contro i bianconeri l’islandese segnò uno dei gol più belli e importanti tra quelli messi a segno fino a ora in maglia viola. La speranza è quella di rivedere subito quel Gudmundsson, per poi non vederlo scomparire più.
Di
Neri Sangregorio