Parla la giocatrice che ha lasciato dopo una vita la Fiorentina, ma non Firenze: “Avrò sempre il cuore viola, Spero in futuro di aiutare Commisso”
Alia Guagni, fiorentina andata all’Atletico Madrid, parla a Tuttosport della sua scelta di trasferirsi in Spagna: «Per tutta la vita avrò il cuore viola, un amore che non finirà mai».
DIFFICILE LASCIARE FIRENZE. Qual è stato l’aspetto più complicato da lasciare? «Sicuramente l’amore della città, delle persone: non tutti hanno capito la mia scelta e questo mi dispiace, perché è un’esperienza che mi farà crescere e che porterò con me al mio ritorno».
LO SCORSO ANNO C’ERA IL REAL. «Nella passata stagione c’erano alcuni cambiamenti in vista, dovevo capire tante cose: ho avuto la possibilità di stare un anno con la Fiorentina del presidente Rocco Commisso e ho avuto la certezza che ha intenzione di arrivare in alto. Spero in futuro di aiutarlo in questa crescita. Personalmente, però, avevo bisogno di mettermi alla prova e fare un’esperienza di vita importante per crescere ancora, sia come persona che come calciatrice. Un tassello che mancava alla mia carriera, non voglio avere rimpianti».
CHAMPIONS. «Abbiamo lottato per ottenere quel secondo posto e sono contenta che la Fiorentina possa giocarsela ancora con le big europee: l’Atletico Madrid è una realtà che lotta ogni anno per grandi obiettivi, Champions compresa, e non vedo l’ora di scendere di nuovo in campo. Incontrare la Fiorentina sarebbe per me difficile, un misto di emozioni. Ma da atleta professionista darei il massimo per portare a casa il risultato».
ASPETTATIVE. «Questa è una realtà importante, fondata su valori umani che non sempre sono radicati come li ho trovati qui. Sarà un’esperienza incredibile, cercherò di godermi ogni attimo e farò il possibile per dare il mio contributo e far crescere ulteriormente il livello di una squadra già estremamente competitiva. Dovrò essere brava ad adattarmi a ritmi nuovi e a gestirmi fisicamente al meglio».
PROFESSIONISMO. «Quando ho iniziato a giocare era un altro mondo, una bambina che giocava a calcio era vista come un’aliena. Si sono fatti passi da gigante da allora e adesso finalmente si comincia a intravedere la strada del professionismo: la mia generazione e quelle precedenti hanno fatto da apripista, anni di sacrifici che finalmente ci fanno ben sperare. C’è ancora tanto da fare, prima di tutto c’è bisogno di cambiare la mentalità delle persone: purtroppo ci sono ancora troppi pregiudizi da abbattere, ma piano piano ci riusciremo».
RITORNO A FIRENZE. «C’è sempre stato il viola nella mia vita e se penso ad un futuro lo vedo ancora con quei colori addosso: per adesso, però, voglio concentrarmi a pieno su questa nuova esperienza, sono una calciatrice dell’Atletico Madrid e voglio viverla al cento per cento».

Di
Redazione LaViola.it