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Grinta, cuore e panchina: la rincorsa della Fiorentina parte da qui

Mai mollare e con le mosse dalla panchina Italiano ha risollevato una serata che poteva essere complicata per la squadra in Conference

La vittoria in rimonta sul Maccabi Haifa in Conference League non ha risolto la questione legata alla continuità di gioco. Ma almeno gli aspetti positivi della serata ungherese sono molteplici. Positivi e negativi. I primi per fortuna superano i secondi, anche se questi ultimi non sono da sottovalutare. Anzi. Sono da mandare a memoria, anche se la lezione doveva già essere mandata a memoria. Scrive La Nazione.

Evidentemente c’è bisogno di un robusto ripasso. Già, perché le amnesie difensive che hanno generato le tre reti degli avversari hanno evidenziato errori individuali e di reparto da limitare, se non cancellare al più presto. In ogni modo le risposte che dovevano arrivate, sono arrivate. Per fortuna puntuali. La prima, senza ombra di dubbio, è quella relativa all’importanza delle cosiddette alternative. Una volta si diceva panchinari, ma nel calcio moderno il concetto si è allargato a più titolari, considerati i cinque cambi a disposizione.

Regole a parte, le reti decisive sono arrivate proprio da chi, nella logica di una rotazione imposta dai tanti impegni ravvicinati, aveva meno minuti nel tabellino. Nzola, riciclato a bomber di scorta dopo l’arrivo di Belotti e dello spostamento di Beltran sulla trequarti, ha segnato all’inizio e fatto nel finale la sponda nell’azione del pari viola. Nel mezzo qualche apparizione. Ma gli attaccanti questo devono fare e l’angolano ha ritrovato la gioia del gol, iniezione di autostima importante. Come quella di Barak.

Qualche pagina dopo un approfondimento sul centrocampista ceco che ha ricominciato dove aveva finito

Un gol pesante in coppa in trasferta come un anno fa, circa. Da quella rete decisiva a Basilea Barak si è perso, complice una lunga assenza per un malanno fisico che lo ha di fatto tolto di mezzo e restituito al calcio ma con gap da colmare. Si è visto come la condizione precaria lo limitasse e il gol a Budapest può essere la botta definitiva di autostima. Italiano spera così di aver ritrovato una pedina che si era rivelata utilissima lo scorso anno.

Anche la rete di Mandragora potrebbe essere inserita sotto la voce ’cuore e grinta’, con rinnovato entusiasmo. Anche lui non sempre al meglio. Come del resto Gonzalez. Sappiamo che buona parte delle fortune prossime della Fiorentina passano dai suoi piedi. C’è bisogno del miglior Nico per lottare su tutti i fronti. Non solo lui, certo, ma se anche la panchina è utile e l’argentino incide Italiano può iniziare a ritrovare i pezzi della sua Fiorentina e dell’antico furore. Se a tutti questi si dovesse aggiungere il miglior Arthur, la rincorsa europea in campionato sarebbe possibile.

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