Dietro le quinte del caotico arrivo di Gosens: “Una situazione assurda, mi sono sentito in colpa ad abbandonare i miei compagni”
L’ultimo acquisto, in ordine di tempo della Fiorentina, Robin Gosens, ha raccontato le vicende legate al suo trasferimento in viola al podcast Copa TS. Queste le parole del terzino, che sarà presentato in conferenza domani: “Prima di firmare con la Fiorentina, ero in stato di shock. Avrei dovuto essere allo stadio, invece mi trovavo in procinto di partire per Firenze. Non sono riuscito ad arrivare in tempo in Italia, quindi i documenti sono stati inviati lì e ho dovuto firmarli a distanza. Nel frattempo, i tifosi stavano già arrivando allo stadio per la partita dell’Union Berlino. È stata una situazione assurda e incredibilmente scomoda per me. So bene cosa stavo causando alla squadra e a Tom Rothe, che ha saputo del suo debutto in Bundesliga solo due ore e mezza prima della partita. Per l’Union è stato un problema enorme“.
SENSO DI COLPA. “Mi sono sentito in colpa, perché poteva sembrare che stessi pensando solo a me stesso. In realtà, non volevo abbandonare la mia squadra, ci tenevo moltissimo ai ragazzi e non vedevo l’ora di giocare la prima partita casalinga della nuova stagione. Razionalmente, però, sapevo che avrei accettato l’offerta della Fiorentina, anche se fosse arrivata due settimane prima. Anche se la situazione era difficile da gestire, sapevo che era la scelta giusta per me e la mia famiglia“.
UNION BERLINO. “Penso che l’Union abbia comunque un grande potenziale, sono ragazzi fantastici dentro e fuori dal campo, il gruppo è davvero ben affiatato“.
TRASFERIMENTO LAMPO. “Il mio trasferimento è avvenuto così in fretta che mi ha lasciato un vuoto emotivo. Non ho avuto il tempo di metabolizzare il cambiamento: cambi squadra e 36 ore dopo devi già scendere in campo, tutto deve funzionare immediatamente“.
IL CAOS DEL 30 AGOSTO. “Quella mattina, sono andato allo stadio per l’attivazione e sentivo che avrei giocato contro il St. Pauli quella sera alle 20.30. L’allenatore, Bo Svensson, mi aveva confermato che sarei partito titolare. Non pensavo minimamente a un trasferimento. Dieci giorni prima era arrivata un’offerta dalla Fiorentina, ma non era interessante alle condizioni proposte. Ero pronto a restare all’Union per un altra stagione, dato che avevo ancora tre anni di contratto“.
SVOLTA INASPETTATA. “Dopo il pisolino pomeridiano, ho trovato molte chiamate perse dal mio agente. L’ho richiamato e mi ha detto che la Fiorentina aveva accettato le condizioni che volevamo. Mi sono detto: ‘Oh mamma mia’. Mancavano solo quattro ore alla partita. Cosa avrei dovuto fare? Per prima cosa, volevo informare il manager Horst Heldt, che mi ha detto di raggiungere direttamente il pullman se volevo partecipare alla partita. Mezz’ora prima della nostra riunione principale, ho bussato alla porta di Bo Svensson, che sembrava già intuire tutto e mi ha detto: ‘Non ora, ora c’è una riunione’. Da lì, tutto si è svolto molto velocemente“.
Di
Redazione LaViola.it