Il tedesco è diventato un punto di riferimento nello spogliatoio e in campo: a un passo dal riscatto, resterà a Firenze anche in caso di mancato obbligo
Robin Gosens si è guadagnato un ruolo centrale nella Fiorentina, non solo per le sue prestazioni sul campo, ma soprattutto per il carisma e la dedizione con cui guida i compagni. Il tedesco, come scrive il Corriere dello Sport-Stadio, è diventato un punto di riferimento per giovani e veterani, aiutando chi è meno esperto (come Comuzzo) o più impulsivo (come Ranieri) a mantenere l’equilibrio emotivo in partita.
Nonostante non porti la fascia, Gosens agisce da vero capitano. E oltre alla leadership, ci sono anche i numeri: il classe ’94 ha già segnato cinque gol in stagione, con due reti arrivate nell’ultimo mese, contro Lecce e Juventus. A questi si aggiungono sette assist, confermando una costanza offensiva che lo ha sempre contraddistinto, anche ai tempi dell’Atalanta (12 gol nel 2020-21, 10 nel 2019-20).
Ma ciò che rende Gosens speciale va oltre il campo. L’esterno ha spesso parlato apertamente di salute mentale, rivelando di aver vissuto una crisi personale durante l’esperienza a Berlino. È anche per questo che ha deciso di studiare per diventare psicologo una volta terminata la carriera: “Vorrei aiutare chi vive le mie stesse difficoltà“, ha raccontato. A Firenze ha ritrovato serenità e identità, dentro e fuori dal terreno di gioco.
Arrivato in prestito con un obbligo di riscatto fissato a 7,5 milioni (attivabile al raggiungimento del 60% delle presenze o in caso di qualificazione europea), Gosens è vicino alla conferma definitiva. Gli mancano solo tre o quattro presenze da almeno 45 minuti, a seconda del cammino in Conference League. Ma a prescindere dalle clausole, il suo futuro sembra già scritto: la Fiorentina intende trattenerlo comunque, anche in caso di mancato obbligo. Gosens è diventato troppo importante per lasciarlo andare.
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Redazione LaViola.it