L’ex capitano viola ripercorre gli anni a Firenze, dall’arrivo con Borja Valero al no al Napoli, fino a Salah, Rossi, Chiesa e Astori
Ha annunciato nei giorni scorsi il ritiro dal calcio, Gonzalo Rodriguez. L’ex capitano viola parla così a Gianlucadimarzio.com, tornando sugli anni in viola: “Dovevo andare via dal Villarreal perché eravamo retrocessi. La situazione economica era difficile e io volevo cambiare. Poi però è arrivata la Fiorentina. Macia e Pradè volevano prendere sia me che Borja Valero. O tutti e due o nessuno. Borja non sapeva che fare: ‘Guarda che Firenze è bellissima’, gli dicevo per convincerlo. Alla fine disse di sì. A novembre vincemmo 3 a 1 a San Siro con il Milan. Eravamo quarti. Quando tornammo, la stazione era piena di tifosi. Da lì fu amore”.
4-2 ALLA JUVE. All’intervallo la Juve era avanti 2-0. “Eravamo distrutti, ci dispiaceva per la gente. Montella fu fondamentale nello spogliatoio, ci tirò su. Nella ripresa li abbiamo mangiati fin da subito“. Rossi? “Era in un momento incredibile. Che sfiga ha avuto nella sua carriera, senza infortuni avrebbe giocato nelle più grandi d’Europa”.
SALAH. “Quando il Villarreal prese Giuseppe Rossi dallo United rimasi un po’ sorpreso. Era basso, tozzo. Poi ho scoperto un fenomeno. La stessa cosa mi è capitata con Momo. In allenamento facevamo molte partite nello spazio corto e lui soffriva. Poi un giorno abbiamo allungato il campo e addio. Ha iniziato a correre e non lo fermava nessuno: ‘O sono diventato scarso io o è fortissimo lui‘, mi dissi”.
CHIESA. “Di solito fra le giovanili e la prima squadra c’è una grossa differenza, ma per lui sembrava non fosse cambiato nulla. Prese ritmo fin da subito. Il suo futuro? Ha un babbo che sapeva giocare benino a calcio… lasciamo che lo decida con lui”.
SOGNO SCUDETTO CON SOUSA. “Se ci abbiamo mai creduto? La squadra era matura, dopo Natale però non siamo riusciti a conservare la stessa velocità. Siamo arrivati stanchi fisicamente, dato che giocavamo pure l’Europa League e che a scendere in campo erano sempre i soliti 14. La società lì doveva fare il salto. Forse era arrivato il momento di prendere qualcuno sul mercato“.
NO AL NAPOLI. “Mi offriva di più rispetto a quanto facesse la Fiorentina. Io però non avevo bisogno di soldi, a Firenze avevo famiglia e amici. Mi sentivo a casa, avevo anche la fascia”. La coppa Italia 2014? “Non sapevamo cosa fosse successo, nemmeno mentre stavamo per uscire dagli spogliatoi, tuttavia non può essere una scusa per il risultato. E’ stato un match strano, loro hanno fatto due tiri e hanno segnato due gol”.
ASTORI. “Era sempre il primo compagno che abbracciavo quando la squadra faceva gol. Era lì, accanto a me. Esultare è stata una gioia rara che ci ha unito“.
Di
Redazione LaViola.it