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Gomez va avanti. E Corvino spera. Berna torna a casa

La vetrina europea per Mario Gomez continua. E con essa la possibilità per Pantaleo Corvino e per la Fiorentina di poter vedere il valore del suo centravanti aumentare ancora. Decisivo nel bene, il tedesco con la giocata che ha favorito la rete di Ozil, e nel male col gol divorato davanti a Buffon che poteva costar molto caro alla nazionale di Low se non ci fosse stata la lotteria dei rigori a premiare la Germania stessa. Due reti messe a segno fin qui dal tedesco, ed un appeal in costante crescita.

Gomez è intanto di nuovo a libro paga della Fiorentina, con i suoi oltre 800 mila euro lordi al mese. Al momento è nella lista dei convocati per Moena. Ma difficilmente si unirà alla truppa di Paulo Sousa. Corvino proverà in tutti i modi a piazzarlo in giro per l’Europa. Bundesliga su tutti, anche se altre destinazioni sono al momento ancora non da escludere. Soprattutto se Gomez, che ormai va per i 31 anni, deciderà di correre dietro al Dio denaro. Con la possibilità di ottenere un ultimo contratto importante.

Anche perché finché non verranno sistemate alcune situazioni delicate, Gomez e Rossi su tutte, il dg viola non potrà provare a fare il colpo in entrato promesso a Sousa nel famoso incontro portoghese di inizio mandato.

Oltre al portiere Dragowski, infatti, era atteso per Moena un altro innesto “titolare”. Invece, avendo a disposizione solamente pochi milioni entrati da cessioni di seconde linee, il dg salentino ha preferito concentrarsi sui colpi in prospettiva.Giovani appetiti da diverse big d’Europa eventualmente da rivendere tra qualche anno per continuare sulla linea dell’autofinanziamento che vige in viale Fanti.

 

Come lo stesso Dragowski, come Diks, e come con grande probabilità sarà anche per il terzo innesto. Non certo colpi alla Praet, già in grado di poter fare il titolare senza prima attente valutazioni. Ma senza uscite non è possibile andare su giocatori di fascia più alta.

 

Tatarusanu sarà ancora il titolare. Dragowski gli farà concorrenza. Il dg leccese, all’indomani della gara della sua Romania con l’Albania è stato tra i primi a chiamare il numero dodici viola per rassicurarlo. Nonostante la vetrina europea, nel suo caso, abbia causato più dubbi che certezze. Finisce, invece, il sogno di Federico Bernardeschi. E si conclude nel peggiore dei modi. I 60’ collezionati contro l’Irlanda sono l’unico ricordo che lo stesso numero 10 viola avrebbe voluto con forza buttarsi alle spalle. Ed invece, la sorte, ha detto di no. E per ricaricare le pile servirà un grande lavoro da parte di Paulo Sousa. Un mese alle dipendenze di Conte lo avrà sicuramente prosciugato dal punto di vista mentale e fisico. E per tornare il soldatino che è stato durante tutta la stagione, Sousa dovrà toccare le corde giuste. Tra poco si riparte. Il sogno azzurro è finito. Un sogno viola è pronto a ricominciare. Con un pò di scetticismo in più, e qualche speranza in meno.

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