Goleada tra i cerotti. Finisce malissimo la stagione viola, con la difesa in infermeria e la cinquina del Diavolo: la Fiorentina è rimasta in campo una ventina di minuti, poi si è consegnata al Milan, incapace di riproporsi e soprattutto di riorganizzarsi in difesa. Così scrive il Corriere Fiorentino. Difficile d’altra parte far finta di nulla quando, in un sol colpo, alzano bandiera bianca i due centrali titolari e il portiere. Il secondo tempo è un crollo verticale dal punto di vista nervoso, un alzare bandiera bianca come mai era successo in stagione. Un pessimo modo per chiudere mesi fatti di orgoglio e rimonte, di sogni e unità ritrovata. Diego Della Valle, in tribuna con il figlio Filippo, con il consigliere viola Panerai e Antognoni, non avrà apprezzato. Che la squadra non avesse più energie si era ampiamente capito domenica scorsa contro il Cagliari, che finisse l’anno consegnandosi all’avversario, no.
«Stagione positiva», aveva detto Pioli già alla vigilia. Ripeterlo dopo cinque schiaffi è dura, ma dal punto di vista dell’allenatore il giudizio cambia di poco: ad agosto ha preso una squadra giovane, acerba e tutta da scoprire, ha atteso Saponara e cambiato sistema di gioco, ha convissuto con un ambiente difficile e con la lontananza dei Della Valle. Nonostante tutto però la sua Fiorentina è cresciuta piano piano, ma messo in mostra i vari Veretout, Pezzella, Simeone, Milenkovic e il talento di Chiesa. Poi è diventata squadra improvvisamente, da quel maledetto 4 marzo.
«Siamo come una famiglia», ha detto ieri Dabo, un altro valore aggiunto dello spicchio finale di campionato. Ecco, se la Fiorentina ripartirà dallo spirito diventato fonte di energia in questi mesi, potrà davvero dire di aver fatto qualcosa di importante: i cori dei mille tifosi presenti anche ieri al Meazza, vanno in questa direzione. Anche se trasformare la tregua con la proprietà in pace (dopo la partita sono ripartiti i cori contro Della Valle) sarà molto complicato.
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Redazione LaViola.it