Editoriali

Gli obiettivi del presidente e la “calma” predicata dall’allenatore. Ma ora si inizia a fare sul serio

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Commisso vuole migliorare quanto fatto con Italiano, Palladino allontana i paragoni con il predecessore. Servono segnali in un ciclo impegnativo

Sosta di riflessioni e di tanto lavoro al Viola Park. Per la Fiorentina sono giorni importanti, dopo la sosta tanti alibi e tanti attenuanti saranno meno digeribili da parte di piazza e tifosi. Giusto così, nelle prime cinque partite il tifo organizzato si è schierato apertamente con la squadra, l’ha sostenuta, accompagnata, incoraggiata anche nei momenti più complicati. Tutti consapevoli della difficoltà di un gruppo costruito per gran parte nella parte finale del mercato. Ha rischiato di uscire dalla Conference contro una squadra equiparabile ad una media serie B, ha faticato contro due neopromosse e un’altra formazione sulla carta inferiore, ma alla fine la Fiorentina ha sempre saputo rimontare, pur raramente convincendo.

FIDUCIA. Si riparte quindi dalla voglia di non mollare, dai valori morali di questa squadra. Però servirà anche altro. Ne sono consapevoli tutti, gli stessi giocatori che hanno parlato prima della sosta. Dopo la pausa si dovrà vedere una Fiorentina diversa. Più squadra, più sincronizzata nei movimenti, senz’altro più solida difensiva. Ma anche con un’idea migliore in fase di possesso palla: del calcio di Palladino si è visto davvero poco, quasi nulla, nelle prime cinque uscite. “Abbiamo preso 11 giocatori, una intera squadra. Diamo tempo a Palladino”, ha detto tracciando la linea il presidente Commisso. “Con l’arrivo di un mix di giocatori giovani ed esperti su una base già importante. Ora devono capire le metodologie del nuovo allenatore, ma sono molto fiducioso”.

PIU’ DI ITALIANO. Poi però il presidente, dagli Stati Uniti, ha spiegato chiaramente anche gli obiettivi stagionali: “Ho sempre detto che l’obiettivo è fare meglio dell’anno prima. Siamo arrivati ottavi e vogliamo salire. Per me è una Fiorentina più forte rispetto allo scorso anno”. E ancora:Abbiamo disputato due finali europee di Conference consecutive e una di Coppa Italia. Dispiace non averle vinte, ma tre finali in cinque anni sono un grande risultato. In campionato speravamo di fare ancora meglio e ci siamo assestati intorno al settimo-ottavo posto. Possiamo e vogliamo salire altre posizioni. Sogniamo tutti di alzare un trofeo da dedicare a Joe. Speriamo di riuscirci quest’anno”. Insomma, l’asticella nelle parole del presidente è destinata ad alzarsi. Almeno un po’. Nessun proclama, ma la sana voglia (ambizione, se vogliamo) di migliorare il triennio Italiano. Che ha riportato la Fiorentina in Europa, ma a cui è mancato l’ultimo step per risultare compiuto.

CALMA. Parole che da una parte danno estrema fiducia (e ci mancherebbe) a Palladino e al suo gruppo di lavoro, dall’altra invece pongono un target da raggiungere non banale per quanto visto negli ultimi anni. Da una parte perché vincere un trofeo non è mai facile, dall’altra perché arrivare tra le prime 6-7 vorrebbe dire mettersi dietro due o tre tra Inter, Milan, Juve, Napoli, Roma, Lazio, Atalanta, Bologna, più Torino e altre possibili outsider. Del resto, d’altro canto, lo stesso Palladino era stato più cauto dopo l’ultima partita contro il Monza: “Migliorare il 7°/8° posto di Italiano? Non facciamo paragoni con gli anni passati, abbiamo cambiato veramente tanto. Sono stati fatti grandi risultati gli anni passati, ora ci vuole tempo e pazienza. Il nostro obiettivo quest’anno è fare bene, fare il massimo, portare la Fiorentina il più in alto possibile”.

TANTO DA FARE. Insomma, da una parte Commisso chiede una squadra che possa provare a vincere un trofeo e arrivare tra le prime 6 (o 7), magari in Europa League, dall’altra Palladino invoca invece calma, consapevole del tanto lavoro da fare sul campo (anche da parte sua). Allontanando i paragoni con il passato. “Sono convinto che alla ripresa vedremo una Fiorentina un po’ più pronta”, aveva spiegato l’allenatore. Insomma, sarà un processo forse non facile, anche perché durante la sosta si sta svolgendo un lavoro importante, ma mancano sette titolari (impegnati con le Nazionali) più Gudmundsson che è in Islanda.

CICLO IMPEGNATIVO. E nel prossimo ciclo di partite il livello delle avversarie si alzerà parecchio rispetto a Parma, Puskas, Venezia e Monza. Ci saranno l’Atalanta (a Bergamo), la Lazio (in casa), il derby contro l’Empoli (mai banale, al Castellani), l’esordio al girone di Conference al Franchi contro il The New Saints e il Milan (in casa). L’aspetto positivo è che ci sarà un solo turno infrasettimanale e quindi per due volte la settimana ‘classica’ di lavoro, ma è chiaro che ci si aspetta decisi passi avanti da tutti i punti di vista.

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