Un vero jolly per Montella, con la Fiorentina che è cambiata con l’arrivo dell’uruguaiano. Forza e determinazione hanno fatto esaltare il Franchi.
È stato ovunque: Juventus, Barcellona, Siviglia, Villarreal, Verona, Lazio, Southampton. Momenti alti, giorni meno facili, infortuni, nuovi inizi. Martìn Caceres è un giramondo con 95 presente nella nazionale uruguayana. È stato ovunque, appunto, ma soprattutto è stato addosso a cento attaccanti: li ha inseguiti, anticipati, gli ha fatto sentire il fiato sul collo e la sua presenza quasi ossessiva. Martìn è un muro e questa partita è stata la sua, oltre che quella di una difesa cocciuta e impenetrabile. È stato Milenkovic a segnare, è stato Pezzella a comandare il blocco. Ma è stato soprattutto Caceres a strappare gli applausi di uno stadio infuocato. E queste sono le sfide in cui servono rabbia e volontà. Così scrive La Repubblica.
Fateci caso: Caceres entra in gioco e la Fiorentina non perde più. Due pareggi e tre vittorie. L’uruguayano è stato decisivo per permettere a Montella di cambiare tutto. Difesa a tre e quella sensazione di sicurezza mai provata prima. Martin è un jolly: centrale ovunque nella difesa a tre e a quattro, esterno a destra (meglio) ma anche a sinistra. Di sicuro Montella deve molto a Caceres in questo avvio di campionato. Ribery ti fa sognare, lui ti fa stringere forte i pugni ogni volta che riconquista un pallone. Martìn Caceres è colui che serviva, e questo dimostra quanto i giocatori che hanno giocato ad alti livelli, anche passati i trenta, possano dare tantissimo e aiutare tutti a crescere. Il fenomeno Ribery di anni ne ha 36, il difensore uruguayano quattro di meno.
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Redazione LaViola.it